Invia articolo Stampa articolo
Malgrate, per la strage dei pini esposto alla Corte dei conti

Malgrate (Malgràa) - C'è chi chiede giustizia per la strage dei bellissimi e caratteristici pini (Pinus pinea) "fatti fuori" lo scorso inverno a Malgrate: per quello sconcertante episodio, associazioni ambientaliste hanno presentato un esposto alla Procura della Corte dei conti.

Ricordate l’amara vicenda dei pini del lungolago di Malgrate? Dodici esemplari di Pinus pinea abbattuti nel gennaio di quest’anno, nell’ambito del progetto di “riqualificazione” del lungolago malgratese. Il progetto, fortemente contestato nella parte in cui prevedeva l’abbattimento degli alberi ultracinquantenn iche ornavano il lungolago, aveva destato una vera e propria sollevazione di popolo.

Gli alberi di Malgrate avevano unito nella lotta per la tutela del bene comune e del patrimonio arboreo adulto urbano, non soltanto le associazioni per così dire addette ai lavori, ma anche cittadini comuni, affezionati a quei pini che costituivano ormai parte dell’identità del Comune e dei suoi abitanti. Le associazioni ambientaliste lecchesi, in primis Wwf e Legambiente, avevano cercato di intavolare un dialogo con le amministrazioni locali, al fine di individuare un’alternativa coerente con la riqualificazione della zona lungolago che consentisse però di preservare il patrimonio arboreo esistente.

Lello Bonelli, presidente del Wwf Lecco, aveva dichiarato nella circostanza: “Pur non considerando come secondaria l’esigenza di dare al lungolago un’uniformità estetica, riteniamo che un buon progetto avrebbe dovuto tener conto del valore anche paesaggistico rappresentato dai bellissimi esemplari già esistenti e rigogliosi che da decenni caratterizzano, con la loro elegante chioma, una parte del lungolago. Ci auguriamo che sia ancora possibile una rivalutazione del progetto che prenda in considerazione gli aspetti ambientali fino ad ora trascurati”.

Secondo gli ambientalisti, "le amministrazioni locali si sono dimostrate sorde alle proposte avanzate, da ultimo in un incontro tenutosi nella metà di gennaio scorso alla presenza dei presidenti di Legambiente e  Wwf. In tale incontro, emergeva che il progetto di riqualificazione del lungolago si basava su una valutazione architettonica, paesaggistica ed economica che non aveva tenuto in considerazione le piante esistenti. Addirittura, non erano state effettuate perizie agronomiche sul progetto di taglio". Le associazioni ambientaliste incaricavano un perito, l’agronomo dott. Giorgio Buizza, le cui osservazioni "non sono state tuttavia nemmeno prese in considerazione dalle amministrazioni coinvolte".

In sostanza, il progetto non si era occupato di preservare gli alberi esistenti, ridisegnando il lungolago come se non ci fossero. Così, nonostante proteste, sit-in e una grande mobilitazione di cittadini e associazioni per opporsi al taglio, i dodici pini che abbellivano Malgrate da oltre cinquant’anni sono stati, semplicemente, eliminati. La diatriba sul punto non può però dirsi conclusa. È di oggi la notizia che Wwf Lecco – in persona del presidente Lello Bonelli e Legambiente Lecco – in persona della presidente Laura Todde, con il patrocinio dell’avvocato Loretta Davanzo, hanno presentato un esposto alla Procura della Corte dei conti lombarda, "al fine di sollecitare un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare al taglio  dei pini di Malgrate, anche da un punto di vista di proporzione costi/benefici rispetto all’alternativa della conservazione".

Nello specifico la dettagliata relazione di stima dell'agronomo Buizza, allegata all’esposto, quantifica la perdita patrimoniale per il Comune di Malgrate in oltre trecentomila euro. Nell’esposto, oltre a portare all’attenzione della Procura "le problematiche attinenti al rispetto dei passaggi, che avrebbero dovuto essere prese in considerazione prima di un intervento tanto invasivo quanto l’asportazione totale delle piante, si sottolinea, come già più volte fatto in passato, l’importanza fondamentale del “bene albero”, specialmente nel nostro contesto storico".

Come già all’epoca dei fatti, i rappresentanti locali di Wwf e Legambiente, sottolineano che “la decisione di tagliare le dodici piante non tiene conto che le condizioni ambientali sono mutate e che tagliare alberi sani e forti oggi dovrebbe muovere una sensibilità diversa rispetto al passato”. Dopo la lunga battaglia legale contro le minicentrali idroelettriche sul torrente Fraina, nel Comune di Premana, che si è conclusa pochi giorni fa con lo stop del progetto, Wwf e Legambiente aprono un nuovo fronte: "In attesa di  conoscere l’esito dell’esposto presentato alla competente Procura - affermano gli ambientalisti -, un importante segnale è stato inviato alle amministrazioni pubbliche del territorio: c’è sempre un occhio vigile a tutela dell’ambiente".

11 novembre 2020