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Lecco, la “cura Monti” fa danni: vanno male industria e artigianato

IL LECCHESE PEGGIORA. Lecco - I segni d'arretramento dell’economia lecchese già evidenziatisi nel trimestre precedente si accentuano nel 4° trimestre 2011: si registrano un calo di produzione, fatturato e ordini del settore industriale (rispettivamente -0,7%, -1,5% e -4,1%). Anche per il comparto artigiano vi è un rallentamento: la variazione tendenziale della produzione scende dal +2,8% del 3° trimestre 2011 al +1% del 4°; il fatturato dal +4,4% al +1,9%; gli ordini dal +4,4% al -0,8%. Non sono incoraggianti, per entrambi i settori, nemmeno le aspettative per il 1° trimestre. Questi i principali risultati dell’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia in collaborazione con gli uffici Studi e Statistica delle Camere lombarde.

IMPRESE IN CALO. “Il numero totale delle nuove  iscrizioni nel Registro Imprese di Lecco è sceso di oltre 100 unità dal 2010 al 2011, passando da circa 1.800 a poco più di 1.600 mentre è rimasto pressoché invariato il numero delle cessazioni che si è attestato intorno alle 1.570 unità” – commenta il presidente dell’ente camerale Vico Valassi - “Pertanto, pur rimanendo positivo, si è ridotto notevolmente il saldo (che passa da +200  a +66 imprese). Per rilanciare la ‘voglia di impresa’ e superare questa difficile congiuntura economica, diventa sempre più importante arricchire costantemente il patrimonio di competenze tecniche e saperi specialistici delle nostre imprese, investendo nella formazione, nell’aggiornamento professionale, e potenziando il dialogo tra scuola, università e imprese anche in chiave di trasferimento tecnologico”.

SCELTE SPERIMENTALI. “In questa prospettiva – prosegue Valassi – abbiamo recentemente presentato al ministro Francesco Profumo, proprio nell’Auditorium camerale, le scelte e le progettualità sperimentali intraprese dal nostro territorio, caratterizzate da un alto tasso di formazione, ricerca e innovazione, optando in modo deciso: per una partnership privilegiata e prioritaria con il Politecnico di Milano; per la valorizzazione delle competenze del Cnr; per il coinvolgimento delle tante realtà di ricerca di eccellenza (La Nostra Famiglia; Villa Beretta, ecc.); per i finanziamenti alla ricerca con modalità premianti e trasparenti; per il costante dialogo con il mondo della scuola, gli Istituti tecnici e professionali, non dimenticando la recente costituzione della Fondazione Badoni a cui la Camera ha subito aderito insieme a un’associazione di categoria e a un importante Istituto di credito”.

MENO CASSA INTEGRAZIONE. La cassa integrazione guadagni ordinaria delle imprese lecchesi passa da 8.327.403 ore autorizzate nel 2010 a 4.905.668 del 2011 (-41,1%); diminuiscono anche le ore autorizzate nel periodo ottobre-dicembre 2011 rispetto al trimestre precedente, anche se in misura nettamente inferiore (-10,6%). Anche la cassa integrazione straordinaria (circa 6,8 milioni di ore autorizzate nel 2011) diminuisce leggermente rispetto al dato dell’anno precedente (-0,3%), e ancor più se paragoniamo il dato del 4° trimestre  2011 con quello precedente (-58,7%). Per quanto riguarda le previsioni occupazionali del 1° trimestre 2012 (Indagine Excelsior), secondo i dati recentemente diffusi da Unioncamere Italiana, Lecco si posiziona al 90° posto (era al 78° nel 4° trimestre del 2011) nella graduatoria nazionale per tasso di entrata (9,4‰, contro la media lombarda dell’11,1‰ e italiana del 13,4‰), con un distacco di oltre 6 punti dalla provincia leader in Lombardia (Sondrio, 15,8‰). Sulle 710 assunzioni che le imprese lecchesi intendono effettuare nel primo trimestre di quest’anno, il 53,5% riguarderà il settore industriale; il 35,3% giovani sotto i 30 anni (dato che pone Lecco al 45° posto nella graduatoria nazionale, mentre era al 3° nel 4° trimestre); il 15% le donne; il 32,8% figure a tempo indeterminato (lo scorso trimestre erano il 20%). Le imprese intervistate prevedono di assumere 480 tra laureati e diplomati (pari al 74% del totale delle assunzioni non stagionali, percentuale che pone Lecco al 1° posto nella graduatoria nazionale, mentre nel trimestre precedente era al 14° posto).

SETTORE INDUSTRIA. Nel 4° trimestre 2011, per la prima volta nell’intero anno, si evidenzia un calo dei principali indici tendenziali relativi all’industria: produzione -0,7%, fatturato -1,5% e ordini -4,1% (in Lombardia rispettivamente -0,7%, +1,6%, invariati gli ordini). Anche l’occupazione, secondo le imprese intervistate, risulta in calo dello 0,6% rispetto al 3° trimestre 2011 (contro il -0,5% lombardo). I settori dove si è verificato il maggior incremento della produzione sono quelli dei “mezzi di trasporto”, della “carta editoria” e dell’“alimentare” (rispettivamente, +8,3%, +7,6% e +3% rispetto allo scorso anno), mentre hanno evidenziato un calo soprattutto l’“abbigliamento” (-17%), la “gomma e plastica” (-9,8%) e la “siderurgia” (-4,4%). A livello regionale cala la produzione soprattutto del “tessile” (-6,1%); dei “minerali non metalliferi” (-6%) e l’“abbigliamento” (-3,5%); al contrario, solo i “mezzi di trasporto” (+4,6%) e la “meccanica” (+0,7%) hanno evidenziato incrementi della produzione. Le variazioni medie del 2011 sono le seguenti: produzione, +5,4% (contro il +3,8% in Lombardia); ordini totali, +3,7% (+4% nella nostra regione); fatturato totale, +5,3% (contro il +6,2% lombardo). Pur positive, risultano tutte in calo rispetto all’anno precedente (produzione +12,4%; ordini +11,2% e fatturato +14%).

SETTORE ARTIGIANATO. Anche in questo comparto, pur rimanendo in campo positivo, si nota un rallentamento dei principali indicatori: a livello tendenziale la produzione evidenzia una crescita dell’1% (contro il +2,9% dello scorso trimestre); il fatturato totale cresce dell’1,9% (contro il +4,4% del periodo precedente) gli ordini totali registrano, per la prima volta nel 2011, un calo  dello 0,8% (contro il +4,4% del secondo trimestre). Anche a livello regionale si nota un peggioramento dei principali indicatori: la produzione cala di circa 3 punti percentuali (la variazione dello scorso trimestre era sempre negativa, ma di circa un punto percentuale); gli ordini calano dell’1,6% (contro il -1% del periodo precedente) e il fatturato totale del’1% (contro il +0,8% del 3° trimestre 2011); prosegue il calo dell’occupazione (-0,2% nel 3° trimestre e -0,8% nel 4°); mentre a Lecco la stessa è rimasta invariata nel 3° trimestre ed è cresciuta dell’1% nel 4°. Si evidenziano cali della produzione lecchese soprattutto nelle “pelli e calzature”, nella “carta-editoria” e nell’“alimentare” (rispettivamente -10,6%, -4% e -3,9%); viceversa, crescono l’“abbigliamento” (+6,7%), il “legno mobilio” (+4,2%) e la “siderurgia” (+2,6%). In Lombardia, tutti i settori evidenziano un calo della produzione (da segnalare in particolare il -10,7% dell’“abbigliamento”; il -8,6% della “gomma-plastica” e il -6,3% della “siderurgia”). Le variazioni medie del settore artigiano lecchese del 2011 sono le seguenti: produzione, +3,3% (+0,3% in Lombardia); ordini totali, +4,2% (+1,1% nella nostra regione); fatturato totale, +4,2% (contro il +1,4% lombardo). A differenza di quanto registrato per il settore industriale, queste variazioni sono in linea con quelle del 2010 (produzione, +3,2%; ordini, +4,2%; fatturato +4,5%).

SETTORE COMMERCIO E SERVIZI. Per quanto riguarda il commercio, nel quarto trimestre 2011, tutte le province lombarde evidenziano un calo tendenziale del volume d’affari (Lecco è quella con la variazione meno negativa, attestandosi al -2,2%; la media regionale registra, invece, un calo del 6,8%). Negativo anche il saldo tra coloro che dichiarano un aumento e un calo degli ordini a fornitori (-18,4%, contro il -38% regionale). Rispetto al 4° trimestre 2010, cala dell’1,5% l’occupazione (contro il -1,3% regionale). Per quanto riguarda i servizi, nel quarto trimestre 2011 la provincia di Lecco evidenzia un calo  tendenziale del volume d’affari (-3,5%) (la variazione media regionale è del -2,7%). Mentre, sempre a livello tendenziale, cresce l’occupazione: +1,4% a Lecco (rimane invariata a livello regionale).

PRODUZIONE INDUSTRIALE. Rispetto allo scorso trimestre, pur rimanendo negative, migliorano leggermente le previsioni sulla produzione industriale; infatti il saldo tra gli imprenditori lecchesi ottimisti (23,4%) e quelli pessimisti (28,6%) passa dal -13,1% al –5,2%. La domanda interna aumenterà a giudizio del 14,5% degli imprenditori intervistati, e calerà secondo il 31,6% (il saldo tra ottimisti e pessimisti passa da -25,9% a -17,1%). Tornano invece positive le aspettative per la domanda estera: la quota degli ottimisti passa dal 19,5% al 24,2%, e quella dei pessimisti dal 32,2% al 21,2% (il saldo passa da -12,7% a +3%). Migliora anche il saldo tra ottimisti (7,8%) e pessimisti (10,4%) relativo all’occupazione (che pertanto passa da -10,3% a -2,6%).

PRODUZIONE ARTIGIANALE. Peggiorano nettamente, invece, le aspettative degli artigiani: la produzione crescerà a giudizio del 9,6% (contro il 16,5% della scorsa indagine) e calerà secondo il 31,5% degli intervistati (contro il 26,6%); pertanto il saldo passa da -10,1% a -21,9%. Anche il saldo della domanda interna (che aumenterà secondo l’11,3% e calerà secondo il 31% degli interpellati) registrerà un peggioramento, passando dal -6,5% al -19,7%. Peggioreranno anche il saldo della domanda estera (che calerà a giudizio del 28% degli intervistati e aumenterà secondo il 12%) e quello dell’occupazione (nessuno prevede un aumento e il 5,3% prevede un calo). Peggiorano anche le previsioni del settore commercio: il saldo tra ottimisti e pessimisti per il volume di affari si attesta al -28,9% (era il -10,7%); quello dell’occupazione evidenzia un segno negativo di circa 8 punti percentuali (era pari a zero nella precedente indagine). Tornano negative anche le previsioni delle aziende del comparto dei servizi: il saldo del volume d’affari passa da +17,4% a -23,3%, e quello dell’occupazione  da +12,4% a -10,7%.

17 febbraio 2012