Invia articolo Stampa articolo
Imprese, produttività aumentata del 9,6%

Lecco - Indicazioni incoraggianti sulla salute delle imprese lariane giungono dai Centri Studi di Confindustria Lecco e Como, che hanno terminato in questi giorni le rilevazioni e l’analisi dei dati, relativi al periodo gennaio-giugno 2011, per la prima indagine congiunturale semestrale condotta in collaborazione dalle due associazioni.

INDICATORI POSITIVI. Sono stati analizzati i dati riguardanti la domanda, l’attività produttiva e il fatturato, oltre che gli aspetti relativi all’approvvigionamento delle materie prime, al grado di internazionalizzazione delle imprese, agli interventi di tipo innovativo e allo scenario occupazionale. Mentre a livello nazionale si configura una netta frenata dell’attività industriale, i dati relativi alle imprese lecchesi e comasche evidenziano un dato meno preoccupante: nonostante alcune criticità, i primi sei mesi dell’anno segnano indicatori tendenzialmente positivi. Si prefigura tuttavia un rallentamento per il secondo semestre. Nella prima metà del 2011 infatti, per le province di Lecco e di Como, si rilevano miglioramenti con un incremento del 9% sia rispetto a giugno 2010 che in confronto al dato dello scorso dicembre.

TREND CONFERMATO. Nel dettaglio, secondo i dati di gennaio-giugno 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010, la domanda fa registrare un +8,7%, la produzione +7,6% e il fatturato +10,8%. Il trend è confermato anche dal confronto con i dati di inizio anno: la domanda si attesta al +9,1%, l’attività produttiva al +8,1% e il fatturato al +9,6%. “Le aziende lecchesi – sottolinea il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi - rivelano uno scenario simile a quello globalmente considerato. Nella nostra provincia risalta maggiormente il dato sull’attività produttiva per la quale si rileva una crescita del 9,6%”.

VOCAZIONE INTERNAZIONALE. Per le due province, sul versante delle aspettative per la seconda parte dell’anno, le aziende mostrano una maggiore prudenza e prevedono una crescita media del 3%. I dati confermano la vocazione internazionale delle imprese dei due territori, con vendite generate per oltre il 40% dei casi oltre i confini nazionali. Quello europeo, con il 26,5% del fatturato, si configura come il principale mercato per le esportazioni. Buone anche le performance oltre i confini europei, in particolare verso gli Stati Uniti (3,7%) e l’America Centro-Meridionale (1,7%). L’attitudine all’export è più accentuata nelle imprese di medie-grandi dimensioni che realizzano all’estero il 50% del fatturato, mentre le aziende al di sotto dei 50 occupati si attestano a quota 25,5%.

CAMPANELLI DI ALLARME. Nonostante i risultati appena descritti, le aziende del campione rivelano di aver registrato, durante il primo semestre, un rallentamento del business sia sul mercato interno che all’estero. Nel 50% dei casi, infatti, le imprese hanno subito una riduzione delle vendite in Italia mentre per due aziende su tre la frenata si è registrata all’estero. “Anche a Lecco le imprese hanno indicato la presenza di segnali di arresto nel mercato domestico e oltre confine - commenta il presidente Giovanni Maggi. Mentre il 60% delle imprese ha segnalato un raffreddamento dell’export, l’attività in Italia ha registrato contrazioni per 4 imprese su 10. Nonostante questi dati non si siano ancora fortunatamente trasformati in indicatori negativi a livello di fatturato, credo sia necessario considerarli come un primo campanello d’allarme e mantenere alta l’attenzione”.

SUBFORNITORI NAZIONALI. È in miglioramento rispetto a quanto rilevato nel corso delle indagini mensili il dato sulla saturazione degli impianti che si attesta al 76,3%. “Le imprese del territorio lecchese - prosegue Giovanni Maggi - segnalano un utilizzo degli impianti produttivi con un leggero aumento rispetto ai dati rilevati nell’indagine rapida di maggio. Nonostante il lieve incremento, si tratta ancora di un fattore che conferma la stessa lentezza della crescita rilevata a livello nazionale”. La produzione realizzata in outsourcing si attesta, per i due territori, attorno al 16%. Le aziende si rivolgono in prevalenza a subfornitori nazionali, anche se non va trascurato il dato che indica l’utilizzo di soggetti esteri (3,5%).

MATERIE PRIME. Continua la corsa dei prezzi delle materie prime già rilevata nei precedenti Osservatori. Rispetto a giugno 2010 si registra un aumento dei prezzi intorno all’11%, mentre nei primi sei mesi dell’anno in corso l’incremento è stato più contenuto (+5,6%). A risentire maggiormente degli aumenti sono state le imprese metalmeccaniche e tessili, con un dato medio a livello tendenziale che sale al 12% e a livello congiunturale al 7%. “A questo proposito - sottolinea Giovanni Maggi - le dinamiche assunte dalle commodities causano non pochi problemi alle imprese, considerando che in media l’incidenza dei costi delle materie prime su quelli di produzione è di circa il 35% a livello complessivo e per la provincia di Lecco addirittura del 37,2%”.

L'INNOVAZIONE. Per accelerare e sostenere la ripresa le imprese guardano con sempre più interesse all’innovazione. Per entrambi i territori, gli investimenti in termini di percentuale sul fatturato realizzato durante il primo semestre del 2011 destinati alle innovazioni di processo sono stati pari al 5,1%. Il 2,2% è stato invece dedicato alle innovazioni di prodotto e circa l’1% è stato utilizzato per attività di natura promozionale. Nei casi in cui le aziende hanno rilevato criticità nell’attivare progetti innovativi, queste hanno riguardato principalmente la difficoltà nel reperire risorse finanziarie e fattori di incertezza o limitata visibilità sui tempi di ritorno degli investimenti.

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE. A livello congiunto, la situazione occupazionale dei primi sei mesi dell’anno ha indicato un mantenimento dei livelli per una percentuale del 70% e un aumento per l’11%. Si è invece registrata una tendenza alla contrazione per il 19% del campione. Sempre sul fronte occupazionale e per entrambe le province, le aspettative per la fine del 2011 sono invece sostanzialmente stabili, con indicazioni di mantenimento per l’80% del campione e propensioni all’aumento e alla diminuzione pari al 10% per entrambi i casi.

AMMORTIZZATORI SOCIALI. “A livello lecchese sono confermati i dati generali – conclude Giovanni Maggi. Dobbiamo però considerare anche le dinamiche del ricorso agli ammortizzatori sociali dove si nota una maggiore incidenza degli strumenti che sono indicatori di maggiori criticità (CIGS, cassa in deroga e contratti di solidarietà), facendo emergere una ulteriore conferma del rallentamento della crescita indicato dalla stagnazione dei mercati. La CIGO è diminuita del 20% rispetto al primo semestre 2010 considerando i dipendenti mediamente coinvolti, dato che diventa - 40% considerando i dipendenti coinvolti a zero ore. Per quanto riguarda invece la CIGS, cassa in deroga e contratti di solidarietà, si registra una diminuzione rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno in termini di occupati mediamente coinvolti; risulta per contro in aumento del 16% il numero di occupati mediamente coinvolti a zero ore”.

27 luglio 2011