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Istat, anche i lecchesi piangono: così Monti “brucia” il benessere

Lecco - Tasse e rincari stanno "bruciando" il benessere raggiunto negli anni passati. Gli ultimi dati Istat attestano che il divario prezzi-salari ha raggiunto lo sciagurato record del 1995, col potere d'acquisto eroso da un'inflazione che sta schizzando in alto.

RETRIBUZIONI AL PALO. Situazione pesante per le famiglie anche in aree "ricche" come il Lecchese. Solo un anno fa i lavoratori potevano contare su una crescita delle retribuzioni contrattuali orarie pari al 2,2%, con un'inflazione media attestata sull'1,2%. Alla fine del 2011, invece, mutato governo e avviata una politica di incremento dell'imposizione fiscale ed aumento dei prezzi, le famiglie si trovano a fare i conti con un'inflazione al 3,3% a fronte di una crescita delle retribuzioni soltanto dell'1,4%. La forbice tra prezzi e salari raggiunge così il divario più alto mai registrato dall'agosto 1995 ad oggi, mentre il valore tendenziale delle retribuzioni è il più basso degli ultimi 13 anni.

CARRELLI DELLA SPESA. Coi suoi provvedimenti Mario Monti punta a conseguire il mitico obiettivo del pareggio di bilancio, risultato ottenuto in tutta la storia d'Italia soltanto da Quintino Sella nel 1875 e da Benito Mussolini nel 1925. Ma lo sviluppo del paese e il moderato benessere raggiunto dalle famiglie in questi ultimi anni appaiono seriamente compromessi da misure destinate a far cassa senza toccare privilegi e le nicchie di potere economico (dalle banche alle assicurazioni). La precarietà della situazione, inescata dai provvedimenti governativi, si riversa nei carrelli della spesa. In alcuni negozi e supermercati cominciano a scarseggiare generi alimentari in seguito all'agitazione dei camionisti e ovunque si registrano impennate nei prezzi.

26 gennaio 2012