Marzouk chiede all'Ue “giustizia” per Olindo e Rosa
Lecco - Olindo Romano e Rosa Bazzi non sono i mostri della strage di Erba. Ormai ne è sicuro Azouz Marzouk, che nel massacro dell'11 dicembre 2006 perse moglie e figlioletto: il marocchino si rivolge alla Corte europea di Strasburgo per avere finalmente giustizia.
CAPITO QUALCOSA. Marzouk, sposato alla lecchese Michela Lovo, ma espulso dal territorio italiano in quanto giudicato "elemento socialmente pericoloso", aveva avanzato già dei dubbi sulla colpevolezza della coppia. Ora ne è più che certo: Olindo e Rosa non hanno ammazzato sua moglie, suo figlio, sua suocera Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Nessun dubbio, invece, per la giustizia italiana. Ma il marocchino non si dà per vinto. Deve aver capito "qualcosa" che lo ha convinto dell'innocenza dei due condannati. Ora, gioca la carta europea, come rivela un servizio del settimale Nuovo, che ha trovato ampia eco su il Giornale.
EVIDENTI ANOMALIE. Da notare, come sottolinea il suo nuovo avvocato Luca D'Auria, che Azouz si è ritirato dalla costituzione di parte civile nei confronti dei coniugi romano, rinunciando a una somma di denaro. Il legale, inizialmente scettico, dopo aver esaminato gli incartamenti processuali esprime numerose perplessità sulle indagini, rilevando "evidenti anomalie" nelle prove che hanno portato all'incriminazione della coppia di erbesi. Insomma, a dire di Marzouk, Olindo e Rosa non avrebbero avuto un giusto processo e quindi sarebbe stato violato l'articolo 6 della Convenzione sui diritti dell'uomo. Se la Corte Ue riconoscerà la giustezza di questa tesi, il processo potrebbe venire annullato, le indagini ripartiranno e, spera il marocchino, forse si arriverà ai veri colpevoli.
20 gennaio 2012