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Prediche lecchesi: quella marcia pacifista e la vera pace cristiana

Lecco - Cari lecchesi, nella giornata di sabato centinaia di persone hanno preso parte ad una sfilata in città, conclusasi alla parrocchia di san Francesco. Scopo dell'iniziativa, la pace nel mondo. Come dire: per il beltempo, il vino buono, l'ottima salute, la tranquillità economica. Se certi regali della Provvidenza dipendessero da una camminata, per i ciabattini sarebbero ottimi affari.

CASTIGHI DIVINI. Le cose, in realtà, non stanno così, come dimostra l'aumentare delle guerre al moltiplicarsi di marce della pace. A dire il vero mi sorprende che l'organizzazione delle iniziative pacifiste avvenga in ambiente cattolico, diocesano, decanale, luoghi dove dovrebbe conoscersi la spiegazione che la Dottrina offre sulle cause degli eventi bellici. La Chiesa insegna che le guerre sono castighi divini. La santissima Vergine, apparendo a Fatima, così definì i conflitti: "Punizioni per i peccati degli uomini".

CAUSA DIRETTA ED INDIRETTA. All'origine delle guerre vi è sempre il peccato. Trattasi del peccato di avidità commesso da chi, per bramosia di denaro o potere, scatena le guerre (al di fuori, dunque, delle circostanze in cui possano legittimamente dichiararsi). In questo caso, si parla di causa diretta delle guerre. Ma, ancor più, esiste la cagione indiretta: il peccato in tutte le sue manifestazioni, a cui aderiscono gli uomini cedendo alle lusinghe del demonio, e le nazioni facendo apostasia della legge di Dio. In questo caso le guerre avvengono per divina punizione. Ne risulta che la pace si ottiene fuggendo e reprimendo il peccato e professando la fede in Cristo. "Giustificati quindi per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesú Cristo (Rm, 5, 1)", proclama l'apostolo.

LA PACE CRISTIANA. D'altro canto, la vera pace, quella che preme al cristiano, è l'adesione alla fede. Il Vangelo è esplicito al riguardo. "Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre piú di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia piú di me, non è degno di me" (Mt 10, 34-37). E ancora: "Pensate che sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera" (Lc 12, 51-53).

OPERATORI DI PACE. Gli autentici operatori di pace, dunque, non vagheggiano di mettere gli uomini d'accordo tra loro, come pretende un superficiale attivismo pacifista e le diplomazie mondane, in realtà, mosse da inconfessabili interessi di potere. Operatori di pace sono quanti agiscono con la preghiera fervente, limpido esempio e correzione fraterna, per mettere gli uomini in pace con Dio. E' a loro che il Signore ha promesso: "Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi" (Gv 14, 27).

Padre Gervaso

15 gennaio 2012