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Vaccini, Lecco si mobilita contro «il diktat delle multinazionali»

Lecco (Lècch) - Centinaia di lecchesi hanno sfilato Domenica sera a Lecco per «ricordare le vittime dei vaccini e dire no al diktat delle multinazionali». Nel mirino le misure di stampo sovietico minacciate dal governo di Roma. Alla manifestazione presente anche il senatore lecchese Paolo Arrigoni, della Lega Nord.

SCIAGURATO. «Ho partecipato alla fiaccolata di Lecco - spiega Arrigoni - voluta per la libertà di scelta dei vaccini a sostegno di una battaglia di civiltà. La Lega non è contro i vaccini, ma contro questo sciagurato decreto che vuole imporre l'obbligatorietà per una profilassi di vaccini massiva, in assenza di un'emergenza sanitaria».

GENITORIALE. «La vaccinazione - prosegue il senatore lecchese - non si deve imporre ai bambini, ma proporre ai genitori con un'informazione ed un consenso informato e concreto. La Lega continuerà da martedi a battersi in Senato per scardinare questo pessimo provvedimento della Lorenzin, assolutamente illiberale, pensato con folli misure coercitive come la rimozione della potestà genitoriale, le pesanti multe e il divieto di accesso al nido e alla scuola dell'infanzia».

VENTRE MOLLE. La contestazione non è rivolta ai vaccini in quanto tali, come precisano Sara Anzellotti e Veruska Scarpino, organizzatrici della manifestazione. La "rivolta" appare soprattutto diretta al clima di assolutismo e disinformazione, veicolata anche da importanti media, che accompagna il business delle multinazionali farmaceutiche, un mercato concentrato nelle mani di 4-5 colossi che hanno scelto l'Italia, come ventre molle dell'Occidente, per varare la campagna del diktat vaccinale: imporre 12 vaccini per dare l'esempio agli altri europei che, in maggior parte, non ne hanno neppure uno obbligatorio (in 15 paesi Ue non esiste nessun obbligo di questo tipo).

I RIBELLI. La campagna "sovietica" vaccinale è fortemente voluta dal Pd, con l'opposizione della Lega Nord e qualche timido distinguo del M5S. Ma anche nel mondo scientifico c'è chi osa sfidare Big Pharma: è il caso del professor Franco Berrino, epidemiologo membro dell’Istituto Nazionale dei Tumori, che ha denunciato «la mancanza di studi affidabili sulla frequenza delle complicazioni, il sistema di segnalazione degli effetti collaterali dei vaccini obsoleto e inaffidabile».

17 luglio 2017