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Così la manovra deprime il Natale: tagli a tavola (-18%) e sui regali

Lecco - Le tasse e i rincari del governo Monti, varati a pochi giorni dalle festività, si sono abbattuti come una mazzata sul Natale di commercianti e produttori. Per il 25 dicembre è stata tirata a lucido l'argenteria di famiglia ma sulle tavole si è rinunciato a ben più di qualcosa.

CROLLO RISPETTO AL 2010. Quest'anno, infatti, secondo Coldiretti, la spesa natalizia per cibi e bevande non ha superato quota 2,3 miliardi di euro: cifra ragguardevole che conferma quanto sia sentito dalla gente il Natale, seconda festa della Cristianità per importanza, ma che rivela un crollo del 18% rispetto a quanto speso nel 2010. Anche per quanto riguarda addobbi e regali la manovra di governo ha operato da moltiplicatore dell'effetto depressivo già innescato dai venti di crisi.

MENO DONI E ADDOBBI. Da un'indagine del Codacons risulta che, in media, ogni italiano ha ridotto di 48 euro la propria spesa per doni, albero e presepio. Il maggior calo viene registrato nel settore dell'abbigliamento e delle calzature, che ha accusato un calo delle vendite di ben il 30%. Anche per i saldi invernali, secondo l'associazione di consumatori, si annuncia un peoccupante flop.

RECUPERO DELLA TRADIZIONE. I lecchesi, dal canto loro, hanno fatto di necessità virtù. Alcuni hanno rinunciato al ristorante, riscoprendo il pranzo in famiglia. Stracolme di fedeli le chiese per le celebrazioni festive, a cominciare da quelle della mezzanotte. In questa atmosfera di recupero dei sapori e valori del natale tradizionale si registra una novità: alcuni fedeli hanno voluto vivere la nascita del Redentore con maggior intensità, compiendo piccoli pellegrinaggi "fuori porta" per assistere alla Messa in latino, col celebrante "rivolto al Signore", nel rito preconciliare ora liberalizzato da Benedetto XVI.

27 dicembre 2011