Referendum, il Carroccio esulta: «Sconfitta l'ideologia renzista»
Lecco (Lècch) - Dal Lecchese sale alto il No referendario e la Lega Nord canta vittoria. «I lecchesi, i lombardi e gli italiani votando in massa il No hanno sconfitto l'ideologia renzista che voleva portare l'Italia al guinzaglio dell'Europa, delle grandi banche e della finanza mondiale», esulta il senatore lecchese del Carroccio, Paolo Arrigoni. Di seguito il suo intervento.
IN MASSA. «I lecchesi, i lombardi e gli italiani - afferma Arrigoni - votando in massa il No hanno sconfitto l'ideologia renzista che voleva portare l'Italia al guinzaglio dell'Europa, delle grandi banche e della finanza mondiale. Donne e uomini liberi non hanno così rinunciato al diritto di voto, hanno detto No al bicameralismo confuso, da attuare con un nuovo Senato di nominati, hanno detto No allo scippo della sanità e di altre competenze alle Regioni (quelle ordinarie, visto che quelle a statuto speciale avrebbero conservato i privilegi) in favore del centralismo clientelare».
INGANNEVOLE. «Renzi e il giglio magico hanno fatto di tutto per truffare gli italiani e violentare la Costituzione. Hanno puntato su un quesito ingannevole e sostenuto la riforma con demagogia e con informazioni false. I fautori del Sì hanno annunciato il paradiso in terra e puntato sulla paura per sconfiggere il No. Ma i cittadini, attenti, non sono caduti nell’imbroglio, e hanno respinto una riforma pessima, pasticciata e pericolosa per la democrazia», prosegue il parlamentare lecchese.
POTERI FORTI. «Renzi che ha personalizzato il referendum, puntandovi tutto per avere la legittimazione popolare, esce da questa competizione politicamente morto. Egli che nel febbraio 2014 è salito al potere con arroganza, sostenuto dai poteri forti, è risultato vittima della propria spregiudicatezza, dell'autoritarismo e del proprio ego», aggiunge il senatore Arrigoni, che conclude: «Con un paese spaccato in due e con il partito, cosiddetto democratico, che vivrà all’interno profonde lacerazioni dopo l’esito di questo voto, sarà necessario costruire un fronte il più esteso possibile affinché se revisione della Costituzione deve esserci questa la si debba fare per unire il paese, per cambiarlo in meglio e con più democrazia».
5 dicembre 2016