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Confindustria, trend migliore a novembre

Lecco - Si è conclusa negli scorsi giorni la nuova edizione dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Confindustria Como relativo al mese di novembre. Gli indicatori confermano il permanere di una fase di rallentamento per le imprese dei due territori anche se il fenomeno sembra meno critico rispetto a quanto riscontrato in ottobre. Prosegue la fase di scarsa visibilità e di incertezza sulle previsioni e sono in peggioramento i rapporti con gli Istituti di credito.

STABILITA' DELLE ATTIVITA'. La maggior parte dei dati attesta una stabilità delle attività in novembre rispetto ad ottobre, anche se i giudizi indicanti la diminuzione si rivelano superiori a quelli indicanti un aumento dei livelli. La domanda nazionale risulta ancora una volta penalizzata, mentre sul versante dell’export il quadro appare migliore, con circa il 65% dei casi che esprimono mantenimento o addirittura un incremento delle vendite all’estero. L’attività produttiva continua ad essere sottotono, con una saturazione degli impianti che si attesta mediamente a quota 71%. Un elemento che contribuisce certamente ad aggravare la congiuntura è la difficoltà di ritorno dei pagamenti da parte dei clienti: le imprese del campione denunciano infatti un aumento dei casi di insolvenza. “Nonostante lo scenario generale non sia dei più rosei – commenta il presidente di Confindustria Lecco Giovanni Maggi – credo valga la pena sottolineare che, al fianco delle imprese che effettivamente vivono una situazione di difficoltà, vi sono alcune realtà (quasi il 20% del campione lecchese) che si rivelano in crescita grazie all’impegno verso processi di internazionalizzazione e ad una forte attenzione all’innovazione. Per tali realtà, anche alla luce delle buone performance registrate nel primo semestre dell’anno, probabilmente il bilancio d’esercizio 2011 si chiuderà in positivo rispetto al 2010.”

GLI ORDINI. Per le aziende delle due province permane la contrazione degli ordini che aveva già caratterizzato i mesi precedenti. Il 42% delle imprese del campione ha indicato una diminuzione degli ordini nel mese di novembre, mentre i giudizi che indicano un aumentano sono esattamente la metà (21%); oltre un terzo delle aziende segnala invece stabilità. La domanda in Italia è quella che ha registrato le performance meno positive, con giudizi in diminuzione nel 45,5% dei casi. Il 12,7% delle aziende ha invece evidenziato un aumento della domanda interna, mentre nel 41,8% dei casi viene indicata una stabilità rispetto al mese precedente. Anche per la domanda dall’estero permane una situazione di rallentamento, ma rispetto all’ultima rilevazione i giudizi che indicano diminuzione (34,7%) sono inferiori di oltre dieci punti percentuali (in ottobre tale dato era pari al 45,6%). Quasi la metà delle imprese (44,5%) ha indicato stabilità, mentre circa un’impresa su cinque (20,8%) ha indicato un aumento. I dati per la provincia di Lecco non si discostano da quanto visto a livello complessivo. Si riscontra infatti una diminuzione nel 45% dei casi e un aumento nel 20%, con un restante 35% che indica una situazione invariata rispetto al mese di ottobre 2011. Relativamente alla domanda dall’estero il 32,1% del campione ha segnalato una diminuzione mentre nel 17% dei casi è stato rilevato un aumento. Stabilità viene indicata, infine, da oltre la metà del campione (50,9%).

LA PRODUZIONE. Per le imprese delle due province l’andamento della produzione non registra livelli ottimali anche se è riscontrabile un miglioramento rispetto a quanto analizzato in ottobre. Quasi un’azienda su due (48,1%) comunica una stabilità delle attività mentre il 13,9% indica un aumento dei livelli. Per contro, è pari al 38% il numero di imprese che rivela di aver subito una riduzione (era il 44% nella precedente edizione dell’Indagine). In media l’utilizzo della capacità produttiva installata raggiunge quota 71,3%, sostanzialmente in linea con quanto rilevato in ottobre. A livello lecchese lo scenario assume le medesime connotazioni anche se i dati sono lievemente migliori rispetto a quelli generali: crescita per il 13,8% dei casi, stabilità per il 50% e diminuzione per il 36,2%. La percentuale di utilizzo degli impianti produttivi è invece del 71,8%. Secondo il direttore di Confindustria Lecco, Giulio Sirtori, “Lecco si rivela in linea con i dati elaborati dal Csc a livello nazionale che indicano il proseguire del rallentamento delle attività di novembre rispetto al mese precedente”.

LE PREVISIONI. Per le aziende delle province di Lecco e di Como permane incertezza per la parte conclusiva dell’anno. Il 48% del campione ha indicato infatti di attendersi un peggioramento nel proprio settore di appartenenza per le prossime settimane, mentre i giudizi di crescita rappresentano solamente il 7% dei casi. Per quasi la metà delle aziende (45%) infine la situazione non dovrebbe cambiare. Si accorcia ancora l’orizzonte temporale di visibilità per le aziende dei due territori. Il 53,7% delle aziende ha indicato, rispetto agli ordini in portafoglio, una visibilità sufficiente a coprire l’attività di solo poche settimane, mentre il 36,3%  arriva a coprire un solo trimestre. Solamente nel 10% dei casi gli ordini coprono un periodo di tempo maggiore che va oltre i tre mesi. Per quanto riguarda la provincia di Lecco la situazione è sostanzialmente in linea con quanto visto a livello complessivo. Leggermente superiore la percentuale di aziende che indicano una visibilità inferiore ad un mese (56,9), mentre scende al 32,8% il numero di aziende con visibilità pari ad un trimestre. Invariato invece (10,3%) il dato sulla visibilità di lungo periodo.

LE MATERIE PRIME. Sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime le aziende di entrambe le province indicano una situazione di generale stabilità. In media, le principali commodities scambiate dal campione risultano avere livelli di prezzi che si sono mantenuti costanti durante il mese di novembre (59,7%). La stabilità pare confermata dai casi indicanti innalzamento dei prezzi (18,3%) e da quelli indicanti una diminuzione (22%) che tendono a bilanciarsi. La situazione lecchese conferma il quadro appena descritto.

LA SOLVIBILITA’. Le imprese di Lecco e di Como comunicano un aumento delle difficoltà in rapporto alla solvibilità dei propri clienti. Per il 73,2% dei soggetti, infatti, si riscontrano casi di insolvenza e di forti ritardi nell’incasso dei pagamenti mentre solamente un quarto delle aziende (il 26,8%) comunica di non vivere tali difficoltà. In presenza di situazioni di insolvibilità, il 55,6% del campione indica il permanere dei disagi mentre il 44,4% rivela un ulteriore aggravio dei rapporti con i clienti in termini di allungamento dei tempi per il pagamento o addirittura nuovi casi di insolvenza. In merito alla solvibilità delle aziende lecchesi la situazione assume toni simili, seppur con minore diffusione del fenomeno. Due imprese su tre (il 67,7%) segnalano situazioni di insolvenza tra i propri clienti e, tra di esse, si registra un peggioramento nel 45,1% dei casi. “I ritardi nel rispetto dei pagamenti che pesano evidentemente sulle imprese della provincia – dice il presidente di Confindustria Lecco Giovanni Maggi – risultano ulteriormente aggravate dalle difficoltà delle imprese nell’accedere al credito, difficoltà che nelle ultime settimane sono cresciute, proprio a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse. È quindi fondamentale che le banche supportino in maniera più forte il settore manifatturiero che è il principale motore di ricchezza del territorio”.

ISTITUTI DI CREDITO. I rapporti tra le aziende delle due province e gli istituti di credito sono stati caratterizzati da un peggioramento nel mese di novembre. Il 44,2% del campione ha evidenziato infatti una situazione di maggiore difficoltà con le banche con le quali opera stabilmente. Permane sicuramente una situazione di forte stabilità per oltre la metà del campione (54,7%). Si segnalano invece miglioramenti nell’1,1% dei casi. Ciò che ha influito maggiormente sul deterioramento dei rapporti è stato sicuramente l’incremento degli spread applicati, come segnalato da quasi due imprese su tre (62,2%). Ulteriore ostacolo nel miglioramento dei rapporti tra le due realtà è l’incremento delle spese e delle commissioni bancarie così come segnalato nel 43,4% dei casi. Circa un’impresa su cinque (19,5%) ha inoltre evidenziato di aver subito un aumento per quanto riguarda le richieste di garanzia da parte del sistema bancario. Non sono stati segnalati, invece, particolari problemi relativamente a possibili restrizioni delle linee di credito: solamente il 9,5% del campione ha riscontrato problemi in tale ambito. I dati della provincia lecchese evidenziano una situazione lievemente migliore, come dimostrano i giudizi sulla stabilità che raggiungono il 59,4% del totale. Situazioni di criticità si segnalano comunque per oltre un terzo del campione (39,1%). Anche per Lecco ciò che ostacola il miglioramento del rapporto con gli istituti di credito è sicuramente l’incremento degli spread applicati (60% dei casi), mentre due aziende su cinque (41%) risento degli incrementi delle spese e delle commissioni. Invariato rispetto a quanto visto a livello complessivo il dato sulle garanzie richieste (il 19,7% ha subito un peggioramento in tal senso), mentre scende al 4,8% il totale delle imprese che hanno subito restrizioni sulle linee di credito.

L’OCCUPAZIONE. In merito all’andamento occupazionale, la maggioranza delle aziende delle due province comunica in novembre una generale stabilità dei livelli (85,1%), mentre l’11,5% ha indicato di aver operato una riduzione del proprio organico rispetto ad ottobre a fronte di un 3,4% che ha segnalato un aumento. Sebbene il confronto con il mese precedente esprima un’attenuazione della gravità, le previsioni per i prossimi mesi indicano incertezza.

16 dicembre 2011