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Il Comune di Lecco rilascia carte d'identità italiane ai profughi

Lecco (Lècch) - Ancora prima che lo status di asilante venga riconosciuto, Lecco e gli altri Comuni che hanno ricevuto i richiedenti asilo devono rilasciare loro le carte d'identità della Repubblica italiana. La disposizione arriva dal Governo e comporterebbe alcune importanti ricadute per le amministrazioni pubbliche lecchesi.

TENDOPOLI. Nel suo sopralluogo alla tendopoli del Bione, lo scorso novembre, anche il deputato Gian Mario Fragomeli (Pd) aveva ammesso che «molti profughi non vogliono essere identificati». Non si può escludere, dunque, il rischio che vengano comunicate generalità di fantasia.

SERVIZIO MILITARE. Come noto, sulle coste italiane approdano migliaia di extracomunitari che si dichiarano profughi. Non sempre, però, si tratterebbe di soggetti meritevoli di tutela: il Governo turco, recentemente, ha affermato che molti richiedenti asilo sarebbero semplici renitenti alla leva, prestanti giovanotti che scapperebbero per non fare il servizio militare che, nei loro paesi, può durare due anni e più.

SENZA PASSAPORTO. Resta il fatto che i migranti sono sovente provvisti di smartphon ma non di un documento di riconoscimento, tantomeno il passaporto che viene negato dai loro Paesi a chi non ha ancora assolto al militare. Accade, così, che la dichiarazione d'identità venga fornita senza una reale possibilità di verifica.

LE RICADUTE. Ora le associazioni che hanno accolto i profughi, in strutture pubbliche o private finanziate dallo Stato sul territorio di Comuni lecchesi, stanno facendo richiesta di carte d'identità per i loro ospiti. Una situazione già affrontata da alcuni sindaci del Veneto che ne hanno denunciato le ricadute per le amministrazioni comunali: il rischio di attestare identità false e quello di doversi fare carico, come vale per tutti i residenti indigenti, di persone che, qualora non ottenessero lo status di rifugiato, risulterebbero prive di autonomia economica.

19 maggio 2016