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Lecco, CasaPound ricorda i fucilati

Lecco (Lècch) – Militanti di CasaPound Italia hanno ricordato i fucilati nello stadio di Lecco ripulendo la targa posta dalla giunta comunale di Virginio Brivio in sostituzione di quella apposta dalla precede amministrazione provinciale di Lecco, che ricordava la strage di militari della Rsi avvenuta nello stadio.

DOPO LA RESA. Il 28 aprile 1945, infatti, 16 ufficiali e sottufficiali del Gruppo Corazzato “Leonessa” e del Battaglione “Perugia" della Repubblica sociale italiana vennero fucilati dopo la resa. La Provincia, allora a guida centrodestra, aveva ricordato i nomi delle vittime con una lapide, in seguito, rimossa e sostituita dal sindaco piddino.

MOTIVAZIONE "PARTIGIANA". Nella nuova targa sono stati censurati i nomi delle vittime e, in compenso, è stata aggiunta la motivazione "partigiana" della fucilazione. I militari, cioè, avrebbero esposto la bandiera bianca e finto la resa per sparare "proditoriamente" contro i partigiani.

CASSIN TESTIMONE. Versione di fatto smentita in una intervista dell'eroico partigiano e mitico alpinista Riccardo Cassin a Patria Indipendente, mensile dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (dicembre 2002): «Io stesso - dichiarò Cassin nell'intervista - venni ferito il mattino del 27, mentre dalla massicciata della ferrovia sparavo con un bazooka sui repubblichini asserragliati in un caseggiato. Caddero altri amici, Italo Casella, Angelo Negri, il liceale Alberto Picco, prima della resa degli assediati. Farfallino e altri tre saltarono su per la gioia: vennero fulminati sul posto da una raffica. In un'ala del fabbricato non si erano accorti che il loro comandante aveva esposto la bandiera bianca». Dunque, testimonia Cassin, da quell'ala del fabbricato la bandiera bianca non si vedeva: chi continuò a sparare non lo fece "proditoriamente", ma solo perchè non sapeva della resa.

OPERA DI PULIZIA. Nonostante esponesse la tesi antifascista, la targa commemorativa era stata imbrattata da qualche nostalgico della guerra civile e mai più ripulita dall'amministrazione comunale. Ci hanno pensato i militanti di CasaPound a compiere l'opera di pulizia, per quanto non condividano ciò che viene affermato sulla lapide piddina. Gli attivisti di estrema destra, infatti, nel loro comunicato parlano di militari «trucidati dai partigiani lecchesi il 28 aprile 1945, dopo che avevano deposto le armi tenendo fede agli accordi di resa».

DECORO CITTADINO. «Da un'amministrazione comunale così solerte nel farsi alfiere del decoro cittadino - afferma Paolo Mauri, responsabile di CasaPound Italia Lecco - ci saremmo aspettati maggiore attenzione al mantenimento della pulizia di una lapide che ricorda uno dei tanti tragici episodi che costellarono gli ultimi giorni di guerra e che si verificarono con regolarità anche ben oltre la fine delle ostilità». «In assenza di un gesto di responsabilità istituzionale da parte del Comune - cconclude - CasaPound Italia Lecco ha provveduto autonomamente a ristabilire il giusto decoro in ricordo di quei 16 ragazzi che diedero la vita per tenere fede al loro giuramento».

Nella foto: la targa piddina ripulita da CasaPound e la targa originale apposta dalla precedente amministrazione provinciale.

29 aprile 2016