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Ballabio, sul “Daspo” «polemica insensata»

Lecco (Lècch) - Il sindaco di Ballabio, Alessandra Consonni, replica alle dichiarazioni dei consiglieri di Cambiamo Insieme, Riccardo Invernizzi e Ivan Bianchi, sulla vicenda del presunto Daspo che sarebbe stato impartito a un consigliere comunale di Ballabio.

MESSI ALLA PORTA. «E' sinceramente una polemica insensata - afferma Consonni - l'accusarmi di mancare di trasparenza riguardo a eventuali circostanze che i rappresentanti di Cambiamo Insieme, per primi, sanno che non possono essere lecitamente messe in piazza, poichè appartengono alla sfera privata. Perchè, infatti, Invernizzi e Bianchi non raccontano dei due consiglieri che si sono recati in Questura per avere informazioni su quei fatti privati e sono stati gentilmente messi alla porta? E allora, perchè perdono tempo e lo fanno perdere al sindaco con una richiesta che non è consentita?».

PIENO REQUISITO. «Io stessa - prosegue il sindaco - non ho ottenuto alcuna informazione, ma ho avuto dalle Autorità competenti la rassicurazione che tutti gli amministratori e i consiglieri comunali del Comune di Ballabio godono pienamente del requisito dei diritti politici e mi è stato ricordato che io, e tantomeno i signori Invenizzi e Bianchi, non dispongo di alcuna prerogativa disciplinare in campo sportivo, né posseggo facoltà di tipo giudiziario e neppure investigativo».

SOCIETA' DA INCUBO. «E' risibile - continua Consonni - solo ipotizzare, che un sindaco si metta a fare il "poliziotto morale" e indagare e raccontare ai quattro venti se un consigliere comunale è stato sospeso dallo stadio o magari dall'aula scolastica, o se la moglie lo ha sbattuto fuori di casa, o se ha una bega giudiziaria con qualcuno: ma in che razza di società da incubo vorrebbe vivere chi ha simili idee? Quando, invece, si verificano situazioni di incompatibilità per legge, con le Autorità che intervengono presso il sindaco, a queste disposizioni mi atterrei scrupolosamente. In caso contrario, non vorrei correre il rischio di passare per una che, oltretutto essendo stata dissuasa dalle Autorità, si accanisce su qualcuno, tenendo anche presente che il codice penale prevede il reato di stalking e con esso si intendono tutte le condotte persecutorie (comportamenti invadenti e di intromissione) verso una persona e che interferiscono nella vita privata della stessa».

Di seguito, la risposta del sindaco all'interrogazione

Risposta interrogazione di Riccardo Invernizzi e Ivan Bianchi di Cambiamo insieme.
La risposta che posso dare a questa interrogazione è la stessa che alcuni consiglieri di opposizione (come risulta alla sottoscritta) hanno ricevuto dalla Questura. E cioè:

1) Non è consentito ingerirsi in situazioni personali che, a detta delle Autorità, non sono di competenza di questa amministrazione; 2) Nessun amministratore pubblico presente in questo consiglio comunale, a detta delle Autorità,  si trova in situazioni che rendano incompatibile la sua attività consiliare; 3) Tutti gli amministratori e i consiglieri comunali del Comune di Ballabio  godono pienamente  del requisito dei diritti politici; 4) Qualora si verificassero situazioni di incompatibilità, e pervenissero a riguardo segnalazioni delle autorità competenti, a tale intervento ci atterremmo.

Ricordo altresì che l’aula consiliare nulla ha a che vedere con un luogo dove si svolgono manifestazioni sportive e che il sindaco non dispone di alcuna prerogativa disciplinare in campo sportivo, né possiede facoltà di tipo giudiziario e neppure  investigativo, tantomeno quella di anticipare supposte sentenze assolutorie o di condanna. Ribadendo la piena dignità di questo Consiglio comunale, anche nella consapevolezza che tutti i componenti di questo Consiglio comunale risultano essere rispettabili lavoratori e che nessuno di questi risulta aver mai causato alcun danno ad altrui, in ossequio al ruolo di controllo svolto dalle Autorità preposte e al diritto di ogni cittadino alla riservatezza non posso che esprimere la mia ovvia indisponibilità verso infondate pretese inquisitoriali prive di qualsiasi legittimità.

11 gennaio 2016