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Predica lecchese per il S. Natale: davanti alla Culla, gioia e timore

Lecco (Lècch) - A Natale la Chiesa annuncia la nascita del Salvatore del mondo, ma non tutti coloro che ascoltano questa buona novella ne avranno motivo di consolazione. Il senso autentico della Natività: la santa nascita del Dio fatto uomo come soggetto di paura e di gioia, rovina degli empi e resurrezione dei peccatori che si convertono.

SECONDO IL MONDO. L'annuncio giunge a uomini che, pur professandosi cristiani, non cessano di vivere secondo le idee del mondo. Cosa dire loro: non abbiate paura? Nello stato in cui molti si trovano, sarebbe come ingannarli e condannarli. Oppure dire: abbiare paura? Se mi limitassi a questo mi allontaneri dallo spirito del mistero stesso che celebriamo, e dai pensieri consolanti che ispira agli stessi peccatori. Allora dirò: affliggetevi e consolatevi, perchè vi annuncio una notizia che è al tempo stesso per voi un soggetto di paura e un soggetto di gioia. Questi due sentimenti così contrari in apparenza, sono ugualmente fondati sul mistero di Gesù Cristo nascente.

SALVEZZA E ROVINA. Era il destino del Salvatore di apparire nel mondo come oggetto di contraddizione e di esservi, al tempo stesso, la rovina degli uni e la resurrezione degli altri: "Ecce positus est hic in ruinam et in resurrectionem multorum" (Luc. 2,34). Tutta la vita di questo Uomo-Dio non è stata che il compimento ed il seguito di questa predizione. Non è dunque senza ragione che vi ho proposto la sua santa nascita come soggetto di paura e di gioia: di paura considerandolo come la rovina degli empi e dei reprobi; e di gioia guardandolo come la resurrezione dei peccatori che si convertono e che diventano gli eletti di Dio.

EXULTATE CUM TREMORE. Applichiamo a noi stessi, cari cristiani, questa verità. Posso dirvi che tutta la questione della salvezza eterna consiste nel gestire bene, in rapporto a Dio, questi due sentimenti di gioia e di timore. Ed è per questo che Davide diceva ai grandi della terra: "Servite il Signore e gioite di lui con tremore" (Servite Domino in timore, et exultate ei cum tremore, Psalm. 2). E' dal timor di Dio che comincia la salvezza dell'uomo, e la stessa carità più zelante non sarebbe nè solida nè sicura se la paura del giudizio di Dio non le servisse da fondamento.

SALVATORE SOLO DI NOME. Voi desiderate con forza che questo Dio nascente sia il vostro salvatore, ma, al tempo stesso, non avete altrettanta decisione nel rinunciare al vostri peccati. E' per via del peccato, tuttavia, e unicamente per questo, che egli è il Salvatore. E questa qualità, per quanto riguarda personalmente ciascuno di voi, non gli appartiene se non nella misura in cui egli vi libererà delle passioni, dei vizi, delle abitudini che sono le fonti dei vostri peccati, di cui voi siete miseramente schiavi. Se egli non ve ne libera, poichè voi non vi rinunciate, questo Dio, sebbene Salvatore per eccellenza, per voi sarà Salvatore solo di nome. Così, la gioia di confidare nella salvezza, non può prescindere dalla paura di cadere e restare nel peccato. Ecco la vera disposizione con cui, a Natale, dovrete presentarvi davanti alla culla di Dio.

P. Gervaso

Nella foto: Natività (Von Geburt).

24 dicembre 2017