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“Vi racconto le pene dei disabili alle prese col municipio di Lecco”

MUNICIPIO. Disabili, non siete proprio i benvenuti: bagni inagibili, niente posti auto, attese in piedi...

Lecco - Dai politici gran belle parole sul "farsi prossimo", tanto attivismo per apparire dalla parte dei più deboli, ma per i disabili avere a che fare con il municipio del capoluogo continua ad essere un vero calvario. E chi solleva pubblicamente il problema si sente dire che era meglio starsene zitto, che sarebbe bastata una segnalazione scritta e rimanere in fiduciosa attesa.

MISURE MINIME. Ne sa qualcosa Ezio Venturini, capogruppo consiliare dell'Italia dei valori, che ha avuto l'ardire di presentare una mozione in commissione chiedendo al Comune di applicare a favore dei portatori di handicap quelle "misure minime" previste dalla legge. Una mozione, spiega il consigliere del partito di Antonio Di Pietro, "nata da innumerevoli segnalazioni, ultima quella di un noto professionista che, avendo la necessità di rinnovare il permesso di disabile, cioè il cartello da apporre sul proprio autoveicolo, ha dovuto fare i conti con inefficienza pubblica e maleducazione".

ATTESE SENZA RISPOSTA. Già perchè rivolgersi al Comune per gli handicappati costituisce un tormento, costretti, spiega Venturini, ad "attese in piedi senza risposta, veri e propri trasferimenti dall’ufficio addetto all’ufficio protocollo e ritorno. Il tutto contornato da disattenzione e insensibilità nei confronti di una persona diversamente abile. Fatto grave ed inammissibile". Basti pensare a quale corvée è costretto il disabile che debba recarsi nel Comune di Lecco, magari per ottenere un semplice documento anagrafico.

BAGNI USATI COME RIPOSTIGLI. Il consigliere di Idv illustra la situazione con dovizia di imbarazzanti particolari: "Parcheggio interno per disabili inesistente, bagni per disabili chiusi ed usati come magazzino per scope e materiale di pulizia, corridoi dell’anagrafe stretti e alti banconi che impediscono l'accesso al disabile a meno che rimanga in piedi, impossibilità di protocollare il documento all’anagrafe se non andandoci di persona". Da qui la mozione per invocare "almeno l'applicazione delle misure minime atte a permettere ai cittadini disabili di poter utilizzare in libertà e senza eccessivo sforzo i servizi offerti dall’amministrazione comunale".

FREDDEZZA E FASTIDIO. Una iniziativa accolta con freddezza e fastidio. "Cosa mi sono sentito dire in commissione da parte della maggioranza? Che la mozione non era necessaria, perché sarebbe bastata una nota di invito all’amministrazione". Sarà, ma Venturini tira dritto. "Mi spiace, non la ritirerò. Se in questa amministrazione e nelle amministrazioni precedenti nessuno si è occupato del problema, che per legge dovrebbe essere già risolto, mi sa - conclude - che la mozione è l’unico mezzo".

24 novembre 2011