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Appalto Palagiustizia: Brivio ottiene ragione

Lecco (Lècch) - Si è conclusa davanti al Tribunale di Milano la causa civile promossa a partire dal 2007 da Carena spa, la prima società costruttrice affidataria dell’appalto per la realizzazione dei lavori al Palazzo di Giustizia di Lecco, aggiudicato con la procedura a evidenza pubblica indetta dal Ministero delle Infrastrutture nel 2005.

INADEMPIMENTO. Carena spa aveva dichiarato risolto il contratto in essere, per preteso inadempimento della committenza (Comune di Lecco e Ministero delle Infrastrutture) e aveva al riguardo avanzato una richiesta di risarcimento danni per circa 4.716.000 euro, più ulteriori 1.517.000 euro circa per riserve contrattuali già formulate nel corso dell’appalto. A sua volta il Ministero aveva dichiarato risolto il contratto per inadempimento della società.

ULTERIORE IMPORTO. Nel corso del giudizio, già nel 2009, alla società costruttrice era stato corrisposto l’ulteriore importo di circa 536.000 euro oltre accessori, quantificato dal consulente tecnico nominato dal Tribunale di Milano, per i residui lavori effettivamente svolti prima della risoluzione del contratto. Per tali lavori la società costruttrice aveva richiesto ben 1.415.000 euro.

LA RISOLUZIONE. Con la sentenza del 24 luglio scorso, il Tribunale di Milano ha confermato l’importo dovuto (e già corrisposto dal Comune di Lecco) per i lavori eseguiti e rigettato integralmente la domanda creditoria di oltre 6 milioni di euro per pretesi danni e pretese riserve avanzate da Carena spa. La società costruttrice è stata inoltre ritenuta dal giudice “inadempiente agli obblighi contrattuali” con conseguente legittimità della risoluzione dell’appalto a suo tempo disposta dal Ministero.

GIUSTA PREMESSA. «Un ringraziamento particolare - commenta il sindaco di Lecco, Virginio Brivio – va all’avvocatura comunale, che ha difeso l’ente in giudizio e a tutto lo staff dei Lavori pubblici, guidato dall’assessore Francesca Rota, che con determinazione e competenza ha seguito tutte le fasi della procedura. È opportuno sottolineare che un esito differente avrebbe comportato un esborso tale da compromettere in maniera significativa il proseguo, mentre questa sentenza è la giusta premessa per una serena prosecuzione dei lavori».

2 agosto 2015