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Poste Spa sbaglia le distanze e sopprime lo sportello di Rossino

Calolzio (Calòls) - Poste Spa impone la chiusura dell'ufficio di Rossino, frazione di Calolziocorte, giustificando la decisione con la presenza di un altro ufficio postale a 1.590 mt. Ma il senatore Paolo Arrigoni dimostra che il calcolo è sbagliato: la distanza esatta è di quasi 3 km e mezzo, situazione che può creare disagio alle fasce deboli della popolazione.

IMPEGNO. Prosegue l'impegno del parlamentare lecchese della Lega Nord per contrastare il Piano dei tagli di Poste Spa che anche dopo la revisione conferma, a partire dal prossimo 7 settembre, la chiusura di due importanti presidi del territorio quali gli uffici di Rossino a Calolziocorte e quello di Sala al Barro di Galbiate, entrambi comuni montani. Nei giorni scorsi il senatore Arrigoni ha scritto direttamente a Poste Italiane Spa e a Daniele Nava, sottosegretario in Regione Lombardia, per segnalare una vistosa inesattezza contenuta nel documento con i criteri assunti per confermare o meno la chiusura degli uffici postali lombardi.

DISAGEVOLE. «La relazione allegata al provvedimento di chiusura - rileva infatti Arrigoni - indica la distanza dell'ufficio postale più vicino a quello di Rossino in 1.590 mt, anche se, contachilometri alla mano, la distanza che l'utente dovrà percorrere per arrivare all'ufficio del centro di Calolziocorte è ben superiore ed equivalente a 3.300 mt. Invero, - prosegue l'ex sindaco di Calolziocorte - si segnala che altro ufficio postale "più vicino" a quello di Rossino, ma comunque ad una distanza rilevante di 2.950 mt, è quello situato nel comune montano di Erve ad una altitudine ancora maggiore e pari a 600mt, certamente ancor più disagevole da raggiungere».

LINEA D'ARIA. «Certo è che - continua - se la distanza viene calcolata in linea d'aria, i numeri cambiano ma sembra paradossale che una società che dovrebbe svolgere un servizio pubblico universale si sia basata su un criterio così aleatorio e lontano dalla realtà, soprattutto per un comune di montagna dove è chiaro che le strade da percorrere non sono rettilinee ma curvilinee e molto disagevoli anche per la presenza di tornanti». Arrigoni conclude la missiva sottolineando come «la decisione di chiudere l'ufficio in oggetto sia stata assunta non tenendo in considerazione tutti i parametri di legge previsti. Pertanto, sarebbe opportuno rivedere la decisione e procedere ad una tempestiva sospensione del provvedimento».

VALSECCHI. Intanto Marco Ghezzi, capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale a Calolziocorte, chiama in causa Cesare Valsecchi. «Evidentemente, nessuno della giunta si è occupato seriamente della questione. Se avesse approfondito l’argomento, si sarebbe reso conto che i criteri che ne stanno determinando la chiusura, sono palesemente sbagliati, oltre che irragionevoli, se applicati alla nostra frazione, e in ogni caso dovevano essere contestati dal sindaco o suo delegato. Il senatore Arrigoni - conclude - è già intervenuto denunciando la questione agli organi competenti. E la Giunta di Calolzio? Non pervenuta».

31 luglio 2015