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Celebrato il 201° dei Carabinieri: «Non deluderemo gli onesti»

Lecco (Lècch) - Celebrato dai carabinieri del Comando provinciale di Lecco il 201° di Fondazione dell’Arma. La cerimonia, nella caserma di corso Carlo Alberto, si è svolta in sobrio stile militare con una rappresentanza dei Carabinieri della provincia. Il colonnello Italiano ha citato Dalla Chiesa: «Tanta gente onesta, ha fiducia in me. Non posso deluderla».

MESSAGGIO. Dopo la lettura del messaggio indirizzato dal Capo dello Stato al comandante generale dell’Arma e dell’ordine del giorno di quest’ultimo ha preso la parola il comandante provinciale, ten. colonnello Rocco Italiano, il quale ha rivolto il proprio saluto alle autorità intervenute ed ai militari presenti (rappresentata l'Arma del territorio, da comandanti e militari di Stazione, carabinieri di quartiere, del servizio navale e sciatori-rocciatori) che ha elogiato per l’attività svolta nell’anno appena trascorso.

RICOMPENSE. Nel corso della cerimonia sono state infine consegnate le ricompense conferite ai carabinieri del Comando provinciale di Lecco, distintisi in particolari operazioni di servizio. I riconoscimenti sono andati ai componenti l’equipaggio del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Merate, brigadiere Vincenzo Di Matteo – attualmente impegnato in missione all’estero – ed appuntato Gianluca Calì, protagonisti del salvataggio in extremis di un uomo che, in stato di alterazione, aveva tentato di gettarsi nel vuoto dal ponte di Paderno d’Adda. Di seguito, il discorso del comandante provinciale, ten. colonnello Rocco Italiano.

Autorità, gentili ospiti, consentitemi di esprimere il mio sentimento di orgoglio nel celebrare la ricorrenza del 201° annuale di fondazione dell’arma dei carabinieri. a nome di tutti i carabinieri del comando provinciale di lecco e mio personale, rivolgo a voi tutti il mio più sentito grazie per essere intervenuti, qui oggi, per prendere parte a questa cerimonia. La vostra presenza le conferisce solennità e prestigio ed è testimonianza dei sentimenti di affetto e di vicinanza di cui gode la nostra istituzione.

Il mio primo pensiero non può che essere rivolto ai nostri caduti e a tutti coloro che per qualsiasi ragione hanno perso la vita per la tutela del nostro paese e delle sue istituzioni. Mi sia consentito un saluto commosso al maresciallo Mario Canevaro, apprezzato comandante della stazione di Lecco, deceduto ieri mattina. E' il momento di ricordare i nostri caduti. Qui davanti a voi, gentili ospiti, è schierata una rappresentanza dei comandi che operano sul territorio della provincia. Attraverso la presenza di 2 compagnie e 15 stazioni carabinieri, il comando provinciale di lecco contribuisce in maniera significativa a garantire la sicurezza e l’ordinata convivenza civile in questa meravigliosa parte del nostro paese.

E' dal 1814, 47 anni prima che venisse proclamata l’unità d’Italia, che i carabinieri hanno sottoscritto con gli italiani un patto irrevocabile, quotidianamente rinnovato, rinsaldato, confermato. Un patto mai incrinatosi che si è consolidato con le vicende spesso difficili, cruente e dolorose del paese, di cui sono testimoni i carabinieri non più in servizio dell’associazione nazionale. A tutti voi, miei carabinieri, va il mio ringraziamento per la determinazione, l’impegno e lo spirito di sacrificio che riponete nel servire la collettività. chi ha scelto di fare il carabiniere non ha scelto una vita comoda, né per sé né per le proprie famiglie. I disagi e le rinunce che affrontate, e a cui costringiamo i nostri cari, sono ricompensati dalla gratitudine e riconoscenza della gente che reputa la nostra attività “benemerita”.

Un riconoscimento significativo che ben sintetizza, nel comune sentire della moltitudine delle persone, la straordinaria abnegazione con cui i carabinieri si pongono quotidianamente al “servizio” delle comunità. un appellativo che ha sempre impegnato la coscienza di noi tutti carabinieri, orgogliosamente consapevoli del dovere di onorare con il presente, una impareggiabile storia di eroismo e incondizionata dedizione al bene comune. Una storia lunga entrata nel terzo secolo, nel corso del quale l’arma è stata ed è vigile sentinella a tutela della legalità e dei valori fondanti della nazione. Vedetta, per eccellenza, dell’arma sul territorio è la nostra stazione dei carabinieri, espressione pulsante della vicinanza dello stato al cittadino. Il suo comandante, e qui al centro dello schieramento ve ne è una nutrita presenza, è la figura di riferimento per le comunità accanto al sindaco e al parroco.

L’essenza della missione dei carabinieri da oltre due secoli anni è “essere al servizio” degli altri. L’azione quotidiana è contraddistinta dal coraggio della morale, quella particolare rara virtù per cui non si è coraggiosi per se stessi ma per il prossimo. Un coraggio che anche nei piccoli gesti si può professare quotidianamente con l’umile determinato servizio. Un impegno che già nel 1871, solo dieci anni dopo l’unità d’Italia condurrà Silvio Spaventa ad affermare “lo stato è il carabiniere”, anticipando un sillogismo divenuto pressochè automatico quello di carabiniere – arma – nazione.

L’arma dei carabinieri che oggi festeggia il 201° anniversario della sua fondazione fu considerata da subito fra le istituzioni da utilizzare come elemento simbolo del costituendo stato, fu proprio il carabiniere che, andando a sostituire le varie gendarmerie e guardie civiche, fu immediatamente identificato come simbolo della nascente Italia cui dedicò da subito la sua missione, la stessa da 201 anni: proteggere, aiutare, costruire la legalità nella comunità in cui opera. con equilibrio, coraggio, senso del dovere, lealtà e rigore morale, spirito di dedizione e preparazione professionale, qualità e valori indispensabili per assumere un impegno che indica le caratteristiche di una professione, per essere uno stile di vita, vincolo etico con le generazioni di carabinieri che si sono susseguite dal 1814 ad oggi. di questo siamo consapevoli testimoni nella quotidianità del nostro servizio e fermi custodi del valore di patria.

Non mi soffermerò a parlare dei risultati dell’attività operativa dell’arma nella provincia, oggetto del nostro consueto incontro di fine anno con i mass media, che ringrazio per l’impagabile, puntuale e qualificata azione d’informazione improntata sempre a chiarezza e correttezza. Mi preme, tuttavia, citare pochi dati, utili ad offrire un’idea di massima dell’impegno istituzionale. nel periodo giugno 2014 – maggio 2015 i reparti del comando provinciale hanno proceduto per oltre l’85% dei reati, svolto oltre 16.000 servizi preventivi che hanno consentito il controllo di oltre 47.000 persone, perseguito oltre 10.500 reati, segnalando all’autorità giudiziaria 2.276 autori di reati, tratto in arresto oltre 200 persone.

Un bilancio che conferma il forte impegno del comando provinciale a seguire attentamente tutti i fenomeni e le manifestazioni che incidono sulla sicurezza e sull’ordinata e civile convivenza del territorio. L’arma non si limita più nel perseguire gli obiettivi di sicurezza al solo presidio del territorio ma punta in altre direzioni: ad esempio concretizzando sempre più il progetto di “polizia di prossimità” con il servizio del carabiniere di quartiere da tempo presente insieme al poliziotto anche sulla nostra città. Siamo chiamati a svolgere in forme nuove e moderne un ruolo operativo antico e tipico del nostro modo di essere, sempre vicino alla gente per la realizzazione di una concreta sensazione di sicurezza e sempre più apprezzato dalla popolazione.

Ancora la “prossimità” si realizza oggi con forme moderne di dialogo e cioè con il continuo aggiornamento del sito internet dell’arma il cui motto “possiamo aiutarvi” sintetizza precisamente la sua portata. Credo di condividere il pensiero di tutti voi affermando che lecco, pur presentando aspetti che possono e debbono essere migliorati, risponde appieno alla domanda di legalità proveniente dalla cittadinanza. E' una provincia – la nostra – viva ed in continua evoluzione, ben lungi dal poter essere considerata quella realtà insicura e poco vivibile propostaci da quanti tendono alla sopravvalutazione emotiva della minaccia, a valutare cioè il pericolo non tanto per il suo effettivo dimensionamento quanto, piuttosto, per quanto esso è in grado di incidere sulla comune sensazione di sicurezza.

Per questo credo che se riuscissimo a ridurre lo scarto tra realtà e percezione, avremmo tutti fatto un buon lavoro. fondamentale, in questo senso, sarà il contributo offerto dai mass media, che a Lecco hanno sempre garantito obiettività e qualità dell’informazione. Il primo passo da fare è senza dubbio quello di alzare il livello della prevenzione tornando ad infondere fiducia nella gente, affinché essa si senta parte attiva del sistema di sicurezza e capisca l’importanza del suo apporto: nessuna strategia di contrasto, per quanto ben congegnata, può prescindere dalla collaborazione e dall’impegno condiviso di tutti. Per il tratto a venire l’obiettivo principe è quello di migliorare ulteriormente il livello della prevenzione modulando le risorse umane in funzione della massima proiezione esterna del personale: potenziando, quindi, i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili, ottimizzando la tempestività degli interventi e dando ulteriore impulso ai cosiddetti servizi di prossimità, preziosissimi anche sotto il profilo della rassicurazione diretta del cittadino. Anche la scelta di introdurre delle fasce orarie di apertura al pubblico per alcune stazioni meno impegnate operativamente, risponde appunto alla finalità di intensificare i controlli del territorio.

Sono queste le basi, solide, sulle quali l’arma è chiamata a garantire l’assolvimento dei complessi compiti affidati all’istituzione, quale forza armata in servizio permanente di polizia, condividendone quotidianamente gli sforzi e i pericoli con i colleghi della polizia di stato, accanto ai commilitoni della guardia di finanza e al personale delle altre forze di polizia, rispondendo ad un consolidato modello di coordinamento senza riscontro in altre nazioni, che costituisce un vero valore aggiunto per il sistema di sicurezza del paese. Fulcro di questo modello di coordinamento è, in provincia, la figura del prefetto, cui è ricondotta la responsabilità generale dell’ordine e della sicurezza pubblica e quella di assicurare l’unità di indirizzo delle forze di polizia. ed in questa speciale occasione, sentiamo sinceramente di ringraziare il prefetto di lecco, per l’impegno sempre attento e sollecito.

Con gratitudine mi rivolgo alla magistratura, nostro saldo e quotidiano punto di riferimento nelle delicate funzioni di polizia giudiziaria, salutando in particolare il procuratore della repubblica e gli altri magistrati presenti, nonchè il presidente del tribunale. Un grazie particolarmente sentito desidero rivolgere al questore di lecco e ai comandanti provinciali della guardia di finanza e del corpo forestale dello stato. la fattiva collaborazione che in questa provincia lega i carabinieri alle altre forze di polizia non è semplice somma, ordinata, di competenze e di servizi paralleli, ma una collaborazione che si fa sempre più autentica sinergia, di azioni convergenti e di valorizzazione reciproca delle attitudini specifiche di ciascuno. E' una intesa forte, la nostra, perché non fondata su doveri formali, ma su rapporti di stima e di fiducia profondi, su un comune sentire e un comune spirito di servizio. Notevoli risorse ed energie vengono rivolte agli incontri organizzati nelle scuole, per la formazione, nelle nuove generazioni, di una solida coscienza civica e di uno spirito critico verso i fenomeni di maggiore rischio generazionale, quali il consumo della droga, l’abuso dell’alcol e l’imprudenza alla guida.

Questa è, indubbiamente, l’unica ricetta possibile per creare una società più sodale e virtuosa, in grado di cooperare con le istituzioni e di esaltare l’alto ruolo della prevenzione partecipata attraverso ogni sorta di collaborazione con gli organi preposti a far rispettare le leggi. anche qui a lecco, come altrove, avvertiamo il bisogno di tutto questo. La risultante di questo sforzo complessivo del comando provinciale di lecco è una moderna azione istituzionale, proiettata nel futuro, che investe anche sulla dimensione umana, attraverso il concorso alla costruzione di una consapevolezza della necessità di un cambiamento, soprattutto culturale e comportamentale, netto e rapido.

Consapevole di questo oneroso privilegio, l’arma della provincia di lecco, sino all’ultimo carabiniere in servizio nel più remoto angolo di questa terra proseguirà, con dedizione e sacrificio, a svolgere il proprio deciso ruolo contro ogni forma di illegalità così come ad agire in soccorso dei cittadini in difficoltà. Infine consentitemi di rivolgere un pensiero alle nostre famiglie. a quelle di origine, che hanno saputo indicarci quei valori che ci sforziamo di perseguire nella vita e nel servizio. E ai familiari che condividono ogni giorno con noi il nostro impegno. vivere accanto a un carabiniere, che davvero crede nella sua missione, può richiedere ancora oggi ai nostri cari sacrifici e rinunce. Anche per loro abbiamo il dovere di essere, e sono sicuro saremo ancora, all’altezza del nostro passato e delle sfide del nostro prossimo futuro.

Carabinieri di Lecco, abbiamo tutti il dovere di tramandare alle generazioni più giovani i sacri principi della legalità e della giustizia, combattendo ogni forma di inquinamento morale che possa minacciarne la sopravvivenza: questo è il nostro compito, questo è il fine per il quale ci batteremo sempre. l’insaziabile sete di giustizia che ci contraddistingue la troviamo impressa, ad imperitura memoria, in una storica frase del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’uomo che per primo osò sfidare la mafia guardandola negli occhi come nessuno mai aveva saputo fare: «Ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per poter continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli ed i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla».

Non l’ha delusa, signor generale, così come non la deluderanno mai, i tanti valorosi carabinieri che, anche dopo la sua morte, continuano silenti a combattere, a lecco come nel resto del paese, per la difesa di quella “tanta gente onesta” per la quale lei si è sacrificato. Viva la provincia di Lecco. Viva l’Arma dei carabinieri. Viva l’italia!

Nella foto-galleria: momenti della celebrazione.

5 maggio 2015