Ballabio, la ciclabile chiusa: ecco i motivi
Ballabio (Balàbi) - All'insegna della promessa di trasparenza fatta in campagna elettorale, Alessandra Consonni illustra le motivazioni e rende pubblica la relazione dei geologi che attestano la necessità di chiudere la discussa ciclopedonale realizzata in località Prato della Chiesa dalla precedente amministrazione comunale.
CIRCOSTANZE. «L'ordinanza di chiusura della pista ciclopedonale ballabiese, realizzata dalla precedente amministrazione, rende doveroso - dichiara il neo sindaco di Ballabio - specificare le circostanze che consentiranno ai cittadini di valutare con cognizione di causa le motivazioni del provvedimento».
IL DIVIETO. «Innanzitutto - prosegue - tengo a precisare di aver disposto il divieto di accesso in seguito a relazione dello studio geologico tecnico incaricato di monitorare lo stato di sicurezza del percorso. Aggiungo che questa relazione è stata eseguita in data 22 maggio 2015, dunque non ancora sotto la mia autorità bensi sotto quella del commissario prefettizio. Ogni decisione al riguardo è stata demandata al nuovo sindaco affinchè disponesse le misure rese indispensabili dalla relazione dei tecnici, ovvero la chiusura del tratto oppure gli immediati interventi di messa in sicurezza prescritti dagli stessi geologi».
CONTATTI. La scelta di Alessandra Consonni è stata quella di fermare lo stillicidio di onerosi interventi e lavorare nella prospettiva di una soluzione definitiva. «Considerato che l'importo di tali operazioni (ripristino di reti provvisorie paramassi) è stato quantificato in euro 960 più Iva, e soprattutto che la tipologia di tali interventi è da considerarsi appunto caratterizzata dalla provvisorietà obbligando il Comune a reiterarla in tempi brevi, l'amministrazione comunale ha ritenuto, nell'interesse dei contribuenti, di spezzare questo circolo vizioso di uscite economiche a carico della nostra comunità. Specifico, a tal riguardo, che la pista ciclabile verrà riaperta solo quando sarà possibile individuare una situazione definitiva di messa in sicurezza dell'area, obiettivo per il quale, con gli assessori Anna Consonni e Celestino Cereda, stiamo già predisponendo contatti nelle sedi istituzionali superiori».
ATTO DOVUTO. «Circa, poi, la necessità dell'attuale ordinanza - aggiunge il sindaco - essa si è resa improcrastinabile in considerazione di quanto riscontrato dai geologi, tra l'altro: "Le due tratte di barriera provvisoria realizzate si presentano solo parzialmente efficienti", "funi di sostegno superiori abbassate, con una sensibile diminuzione dell'altezza di intercettazione", "l'abbassamento delle funi è conseguente alla rottura dei fili metallici che, con più giri, le vincolavano ai diversi alberi di sostegno", "si considerano necessari interventi di ripristino delle reti di messa in sicurezza provvisoria", "si dovranno prevedere interventi di ri-posizionamento delle funi di sostegno delle due tratte esistenti", etc, etc... La chiusura della ciclopedonale, dunque - conclude Alessandra Consonni -, è un atto dovuto, motivato dall'obbligo di preservare l'incolumità pubblica e, secondariamente, dalla scrupolo di tutelare questa amministrazione, e lo stesso Comune, da ogni responsabilità circa eventuali danni subiti dai frequentatori della pista ciclopedonale».
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Allegato. Dalla relazione del geologo Massimo Riva con la collaborazione del geologo Nicola Locatelli.
Stato di fatto al 22. 05. 2015: sopralluogo località Casere Bodega
Le due tratte di barriera provvisoria realizzate si presentano solo parzialmente efficienti. Per quanto riguarda la tratta superiore (lunghezza 30 metri), si evidenzia che in due punti, uno a N e uno a S della tratta, le funi di sostegno superiori si sono abbassate, con una sensibile diminuzione dell'altezza di intercettazione rispetto a quanto indicato nella relazione di fine lavori, e con ripiegamento parziale della doppia rete metallica. La tratta inferiore (lunghezza 40 metri) è ancor più ribassata, causa il distacco degli ordini superiori delle funi di sostegno, con particolare riferimento alla porzione centro meridionale. Le reti (doppio strato) senza segni evidenti di impatto e/o lacerazioni, si sono piegate su se stesse ed abbassate fino a terra nel punto peggiore, in relazione all'abbassamento delle funi di sostegno.
L'abbassamento delle funi è conseguente alla rottura dei fili metallici che, con più giri, le vincolavano ai diversi alberi di sostegno. Queste rotture potrebbero essere state causate da forti e ripetute sollecitazioni indotte dalle oscillazioni degli alberi e/o dalle oscillazioni e vibrazioni delle stesse funi portanti orizzontali, il tutto conseguentemente al succedersi di eventi atmosferici con componenti ventose, piovose, e nevose rilevanti. In sub-ordine è possibile, ma meno probabile, l'impatto di blocchi o franamenti rocciosi in corrispondenza delle funi superiori con trasmissione di sforzi agli ancoraggi superiori.
- Considerazioni e note conclusive. Sulla base di quanto rilevato, e descritto in precedenza, si considerano necessari interventi di ripristino delle reti di messa in sicurezza provvisoria realizzate nel luglio 2014, a S di località Casere Bodega.
Nel dettaglio, si dovranno prevedere interventi di ri-posizionamento delle funi di sostegno delle due tratte esistenti (ripristino localizzato per la tratta superiore e ripristino diffuso per quella inferiore), che comprendano la legatura alle piante con funi metalliche (di diametro compatibile con quello delle funi di sostegno utilizzate, ovvero diametro 16 mm) e morsetti, e con un sistema di ancoraggio supplementare alle piante a monte sempre in funi metalliche e morsetti, ed il ri-posizionamento e lo stendimento delle reti a formare la superficie di intercettazione preesistente. (Dalla relazione eseguita dal geologo Massimo Riva con la collaborazione del geologo Nicola Locatelli).
24 giugno 2015