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Notai lariani: «Ddl Concorrenza iniquo»

Lecco (Lècch) - Il notariato lariano scende in campo contro il disegno di legge in tema di concorrenza approvato il 23 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri, che apre la strada, tra l’altro, ad alcune transazioni immobiliari e societarie senza controllo notarile. E lo fa, come afferma il presidente Mario Mele, «non per una battaglia di casta o per una volontà di contrapposizione con altre professioni, ma a tutela della certezza del diritto nel nostro Paese e, dunque dei cittadini».

SISTEMA. Il provvedimento, infatti, alla discussione del Parlamento, a detta dei notai deve essere ampiamente modificato: «Per come è stato scritto - sottolinea il presidente -, distrugge il sistema di certezza dei registri pubblici immobiliari e societari, facendo venir meno per i cittadini la tutela della certezza del proprio acquisto. E ciò senza determinare concreti vantaggi economici: non si elimina infatti il passaggio da un professionista, lo si sostituisce soltanto: dal notaio all’avvocato. E a rimetterci saranno proprio i cittadini».

MENO CERTEZZE. Del resto, che il modello del “common law” a cui si ispira – in netto contrasto con quello del notariato latino, in vigore in Italia – offra meno certezze e non produca risparmi è evidente: «In campo immobiliare - prosegue - basta osservare cosa è successo dove non esiste il controllo di legalità preventivo del notaio: le frodi identitarie e ipotecarie emerse negli Stati Uniti con la crisi dei mutui subprime hanno provocato multe per oltre 100 miliardi di dollari inflitte alle banche americane e milioni di cittadini - in particolare le fasce meno abbienti - sono rimasti senza casa a causa delle frodi. Quanto ai costi, ognuna delle parti delle rivolgersi ad un proprio professionista di fiducia, e dunque corrispondergli un onorario. Inoltre deve tutelarsi a posteriori stipulando un’assicurazione. Alla fine, il costo è doppio rispetto ai Paesi come l’Italia».

DELEGATO. Dietro la firma che appone il notaio, dunque, vi è un intero sistema di certezze: «Nel nostro sistema - rileva Mele -, il notaio è un pubblico ufficiale, delegato dallo Stato ad implementare tutti i pubblici registri con la garanzia della loro affidabilità data dal ruolo delegato e dai controlli a cui è il notaio è sottoposto periodicamente dal Ministero di Giustizia. Inoltre il notaio non si limita ad autenticare la firma delle parti ma è obbligato e risponde patrimonialmente della verifica della reale proprietà del bene oggetto della transazione, dell'assenza sullo stesso di ipoteca o altri gravami pregiudizievoli, della verifica della conformità catastale e urbanistica dei beni. Come soggetto terzo e non di parte, ancora, è chiamato ad adeguare la reale volontà delle parti al contratto che si sta stipulando e a verificare che la stessa sia conforme alla legge. Senza contare che è sostituto di imposta e, dunque, riscuote imposte per conto dello Stato, costituendo un forte presidio di legalità contro il fenomeno dell’evasione. Basti dire che oggi il 91% delle segnalazioni delle professioni in materia di antiriciclaggio provengono dal notariato e che ogni anno versiamo, come sostituti di imposta, all’erario 11-12 miliardi di euro sulle pratiche che seguiamo».

CONTROTENDENZA. Anche in campo societario la scelta adottata dal Governo è, a detta dei notai, in assoluta controtendenza con quanto affermato dalle principali organizzazioni internazionali, Ocse, Gafi e la stessa Banca Mondiale, che negli ultimi anni, a seguito dell’aumento delle frodi per mancanza di una corretta regolamentazione, hanno sottolineato l’importanza di un controllo accurato per evitare l’abuso dello strumento societario (riciclaggio, evasione fiscale, corruzione) e la necessità di un registro delle imprese affidabile.

STRUMENTO. «Il registro delle imprese italiano - aggiunge Mele - alimentato esclusivamente con atti pubblici sottoposti al controllo di legalità preventivo dei notai, risponde esattamente al modello di registro societario auspicato dall’International Bank for Reconstruction and Development Banca Mondiale rispetto ai Paesi di common law che utilizzano un registro societario più come semplice “archivio” che quale strumento di controllo e legalità. Del resto è nota la dimensione del fenomeno delle società fantasma nel Regno Unito, dove è possibile procedere alla costituzione di una società semplicemente inviando un modulo via internet o mediante una scrittura privata. E la conferma del valore economico-giuridico e sociale del controllo notarile si evince dalla posizione dell’Italia nelle classifiche internazionali sulla competitività (Doing Business 2015) che, per il settore immobiliare e societario, risulta di gran lunga migliore di quello della maggior parte dei Paesi ad alto reddito».

POVERI A RISCHIO. «Pensare che senza controllo notarile si abbiano uguali tutele, è semplicemente assurdo. In realtà si vuol dire dividere la popolazione in due fasce: i ricchi godranno delle garanzie, i poveri saranno a rischio», conclude il presidente dei notai lariani.

Nella foto: Mario Mele.

21 marzo 2015