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Primaluna, pensionato ucciso dall'amore per la sua baita

Primaluna (Premalüna) - Continua incessante la triste sequenza di morte sulle montagne della Valsassina. Nella mattina di mercoledì è stato rinvenuto il corpo senza vita di Camillo Cavagna, 78 anni, pensionato di Primaluna dato per disperso dal giorno precedente. Lo hanno trovato riverso in una pozza.

RECUPERO. I tecnici della XIX Delegazione Lariana del Cnsaa (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) hanno recuperato il corpo del pensionato uscito di casa martedì, diretto verso la sua baita. Le ricerche sono scattate subito nel primo pomeriggio dell'altro giorno, dopo il mancato rientro dell'uomo per l’ora di pranzo.

CADUTA DI 50 M. I tecnici del Soccorso alpino, appartenenti alle Stazioni di Valsassina, Lecco e del Triangolo Lariano, insieme con la Guardia di Finanza ed amici e famigliari del disperso, hanno cominciato a perlustrare i possibili tragitti, fino a tarda serata. Mercoledì mattina all’alba sono state esaminate altre zone e intorno alle 10 è avvenuto il ritrovamento del corpo, senza vita, nei pressi di un torrente, a una quota di 850 mslm. L’uomo, scivolato per una cinquantina di metri, ha riportato diversi traumi, che ne hanno causato la morte.

L'INTERVENTO. Un intervento di soccorso può presentare diversi livelli di complessità e le variabili sono molteplici. All’interno del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) operano componenti tecniche altamente specializzate, proprio per affrontare nel migliore dei modi ambienti e condizioni differenti. Nell’intervento di mercoledì 4, per il recupero del 78enne residente in zona, caduto in un dirupo nei pressi di un torrente, è stata necessaria l’azione congiunta dei tecnici di soccorso in forra, sei appartenenti alla IX Delegazione Speleologica Lombardia e due alla XIX Delegazione Lariana, accanto alle squadre di operatori in ambiente alpino.

IN UNA POZZA. Dopo avere raggiunto a piedi il luogo del ritrovamento (le ricerche erano cominciate il giorno prima, ma a causa dell’oscurità c’era stata una interruzione momentanea per valutare come procedere dall’alba del giorno successivo), i tecnici hanno raggiunto l’uomo, riverso in una pozza della forra. Il lavoro di coordinamento tra la componente forra e quella alpina ha consentito di svolgere tutte le azioni necessarie per predisporre lo scenario adatto al recupero in sicurezza del corpo per mezzo dell’elicottero, dopo avere tagliato alcuni tronchi ed effettuato i rilievi necessari.

FORMAZIONE. «Un intervento come questo - spiega Daniela Rossi, addetto stampa del Sasl (Soccorso alpino e speleologico lombardo) - ha quindi richiesto una serie di figure tecniche complementari e operazioni distinte, dalla predisposizione di strategie di ricerca all’utilizzo di competenze precise. Il funzionamento e l’organizzazione dell’intero sistema sono frutto di un’attività continua di formazione e di esercitazioni condotte in contesti simulati, che si ipotizza possano ricorrere anche nella realtà».

5 marzo 2015