Invia articolo Stampa articolo
Silenzio al convegno: pregano i musulmani

Lecco (Lècch) - Il laicissimo convegno all'insegna di liberté, egalité, fraternité si inchina a un gruppetto di musulmani che chiedono di pregare in Sala don Ticozzi a Lecco. Olivier Brochet, console generale di Francia, Flavio Polano, presidente della Provincia, Virginio Brivio, sindaco di Lecco, e svariati relatori tutti a girarsi i pollici per una decina di minuti, nel silenzio assoluto.

PRESENZA. Nell'incontro lecchese a un mese dalla strage nella redazione parigina del settimanale Charlie Hébdo non c'è stato spazio solo per gli interventi di relatori più o meno degni di nota: la presenza islamica a Lecco si è fatta sentire e vedere nel modo consueto, portando Allah tra gli "infedeli".

SENZA SCARPE. Bernadette Sauvaget, giornalista francese del "gauchiste" Libération aveva da poco finito di magnificare «la connotazione anticlericale della libertà in Francia, difficile a volte da comprendere al di fuori dei confini nazionali» quando in Sala don Ticozzi è andato in onda un divertente fuori programma: i mussulmani del gruppo Assalam di Lecco, presenti in una decina, hanno chiesto spazio per pregare. I seguaci di Maometto, tolte le scarpe in pubblico, si sono spostati in un angolo per prostrarsi rivolti alla Mecca. E tutti i laicissimi presenti hanno chiuso la bocca restando in muta attesa.

APARTHEID. Restando agli interventi, da rilevare Geninazzi di Avvenire il quale ha ricordato come il premier francese Manuel Valls abbia di recente parlato di apartheid territoriale, sociale e tecnica, ammettendo il fallimento di un modello di integrazione nazionale che, in un paese la cui capitale ospita da sola 2 milioni di islamici, non sta funzionando. Un isolamento, peraltro voluto e difeso dagli stessi gruppi di origine straniera.

COMPRENSIONE. Alla fine il sindaco di Lecco ha potuto dirsi soddisfatto, ribadendo l'importanza di mantenere alta l’attenzione su quanto accaduto e interrogarsi sul perché di una violenza che nasce e cresce all’interno di una comunità. Secondo Brivio, «il primo contrasto alla sovrabbondanza di informazioni semplificate che caratterizza il momento storico in cui viviamo è proprio accompagnare ed essere accompagnati alla conoscenza e alla comprensione di quanto accade, soprattutto con i giovani».

Nella foto-galleria: il console francese e immagini dell'incontro.

8 febbraio 2015