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M5s e quel referendum “anti euro” che manterrà indaffarati i dannosi rompiballe interni

Lecco (Lècch) - Gentile Redazione, alla luce di quanto affermato dal Professor Claudio Borghi Aquilini nel vs. articolo del 12/12/2014 intitolato “Nel Lecchese le firme anti euro Lega contro M5s: «Presa in giro»”, precisiamo che il referendum consultivo per uscire dall'euro si può fare.

Per poterlo indire è necessario approvare una legge costituzionale ad hoc come già avvenuto nel 1989 quando si richiese agli italiani se volevano dare o meno facoltà costituente all'Unione Europea. Ricordiamo infatti al Professor Borghi che il 18 giugno 1989 in Italia si è tenuto il referendum consultivo, contestualmente alle elezioni europee, per sentire il parere popolare sul conferimento o meno di un mandato costituente al Parlamento europeo eletto nella stessa occasione.

Alla luce del fatto che La Costituzione della Repubblica Italiana prevede solo due tipi di referendum, quello abrogativo e quello confermativo per quel che riguarda la procedura di revisione costituzionale, per poter indire un referendum consultivo si dovette procedere approvando la Legge Costituzionale 3 aprile 1989. La legge costituzionale per indire il referendum consultivo sulla permanenza nell’euro sarà presentata agli italiani sotto forma di Legge di Iniziativa Popolare.

Per poterla depositare in Parlamento è necessario raccogliere almeno 50.000 firme in sei mesi. Una volta depositata, presumibilmente a maggio/giugno 2015, i portavoce del M5S alla Camera e al Senato si faranno carico di presentarla in Parlamento per la discussione in Aula. Approvata la legge costituzionale ad hoc che indice il referendum, considerando i tempi di passaggio tra le due Camere, a dicembre 2015 gli italiani potranno andare alle urne ed esprimere la loro volontà sull'uscita dall'euro con il referendum consultivo.

Il 14 novembre il M5S ha presentato in Cassazione il testo della Legge di Iniziativa Popolare e a partire dal 13 dicembre si è dato il via alla raccolta firme. Gli italiani devono poter decidere se vogliono morire con l'euro in mano oppure vivere e riprendersi la propria sovranità. Solo questo chiediamo: venga data al popolo italiano la possibilità di scegliere. Poco chiara è invece la posizione della Lega, che menzionava il referendum sull’euro già nel 2012, lo prometteva a gran voce a maggio 2014 (pochi mesi fa!) e sembra che adesso si sia ricreduta. Comunque la Legge di Iniziativa Popolare non ha colori né bandiere: è solo dei cittadini. invitiamo tutti coloro che credono nell’iniziativa, a prescindere dal partito politico di appartenenza a venire a firmare.

Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Galbiate, Casatenovo, Lecco, Merate, Abbadia Lariana, Colico, Bellano, Calolziocorte, Ballabio, Mandello del Lario, Lierna.

Egregi signori,

certamente, ed è ovvio che lo sappia anche il professor Borghi Aquilini, un percorso referendario del tipo di quello proposto da Beppe Grillo può essere legittimamente intrapreso. A dirla tutta, il leader del vostro movimento, o chi per lui, si è ispirato ad un progetto avanzato a suo tempo da Roberto Maroni, il quale è avvocato e, dunque, non possiamo ritenerlo uno sprovveduto in materia di diritto costituzionale.

In realtà, al di là della possibilità teorica di avvalersi di alcuni strumenti previsti dall'ordinamento, a me pare che l'accusa di "presa in giro" riguardi la sterilità di questa scelta. Ricapitoliamo. Sappiamo che il referendum consultivo, in Italia, è consentito dalla Costituzione solo per istituire nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni (art. 133). Stop.

Necessita, dunque, una legge costituzionale ad hoc per far esprimere i cittadini sull'euro. Ciò avvenne nell'89, come ben ricordate, in via del tutto eccezionale ma, soprattutto, grazie al necessario consenso delle forze politiche. Di per sè, la legge d'iniziativa popolare non impegna nessuno: negli ultimi 30 anni solo una sulle 25 presentate è stata presa in considerazione dal Parlamento, in barba agli, almeno, 50mila elettori che l'hanno sottoscritta. Se poi dovesse venire accolta e messa in discussione, per l'approvazione di una legge del tipo di cui stiamo parlando sarebbe richiesta la doppia lettura in entrambi i rami del Parlamento, secondo l’iter previsto per le leggi costituzionali.

Ma ce li vedete quelli del Pd, o dell'Ncd, votare sportivamente per concedervi un referendum contro il "loro" beneamato euro? Siamo seri. Maroni, quando lanciò questa idea, chiese che venissero raccolti milioni di firme e non solo le 50mila previste, perchè sapeva che l'iniziativa non avrebbe portato a nulla di concreto, e ne vedeva semplicemente la valenza di sensibilizzazione popolare sul tema della moneta. Poi tutto rimase al pour parler: a ragion veduta, la Lega lasciò perdere, riconoscendo che il gioco non valeva la candela.

Mi sono domandato perchè Grillo rilanci questa storia del referendum. Il solo vantaggio che il M5s trarrà da una mobilitazione destinata all'inconcludenza, è che la raccolta firme terrà impegnata per alcuni mesi la miriade di rompiscatole di cui brulica il movimento. Penso a quelle persone di scarso significato a cui il leader ha fatto credere di contare qualcosa, e che ora, ubriache d'orgoglio e prosopopea, combinano più danni in casa che fuori. Se è così, il Grillo "referendario" ha tutta la mia comprensione.

Giulio Ferrari

19 dicembre 2014