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Prediche da Lecco/ Se i cristiani offendono Dio durante la Messa

Lecco (Lècch) - Cari cristiani, come assistete ai divini misteri e al sacrificio del Dio vivente? Assistere al Sacrificio, è l'essere presenti all'azione più augusta e più santa della religione, un'azione che, nella sua sostanza, consiste nell'abbassare la creatura davanti al suo Creatore. E come sarebbe diversamente, di fronte al rinnovarsi sull'altare del sacrificio di un Dio che si fa olocausto per i peccati degli uomini?

UNA TRA LE TANTE. Siete obbligati a riconoscere che non vi è, per voi, di più divino, e di conseguenza di più rispettabile, del sacrificio del Dio che voi servite; e tuttavia non temete di presentarvi ad esso come se si trattasse di una tra le varie occupazioni della vostra giornata.

RACCOGLIMENTO. Vi ci recate svagati, con pensieri mondani ed occhi distratti; vi rimanete senza modestia né raccoglimento, con posture piene d'indifferenza; persino dall'abbigliamento, lasciate che traspaiano indecenza o negligenza. Se un uomo trattasse un affare qualunque della sua vita quotidiana con così poca riflessione e accuratezza, lo si disprezzerebbe; e qui si tratta l'affare capitale della propria esistenza! Se un uomo provasse e mostrasse tanta noncuranza al cospetto del proprio superiore, lo si considererebbe ribelle o scervellato; e qui si tratta della creatura di fronte al Creatore!

LA DIPENDENZA. Tutto ciò, faceva già osservare San Gerolamo, significa profanare il Sacrificio venendovi come si va ad un passatempo, ad uno spettacolo, ad una riunione, ed uscendovi senza aver avuto nessun sentimento, nessun ricordo di Dio. In effetti, il fine del Sacrificio è di onorare Dio, e in cosa consiste questo onore che rendiamo a Dio? Questo culto, risponde San Tommaso, consiste in una affermazione che faccio a Dio della mia dipendenza, in una confessione della mia miseria e bassezza, in un esercizio, per così dire, di annientamento, e, se sono peccatore, in una confessione umile e sincera del mio peccato; perchè tutto ciò, da parte dell'uomo, deve entrare nel Sacrificio che si consuma sull'altare, novello Calvario.

SENZA RIGUARDO. Da ciò, cristiani, quale disordine, quando degli uomini vengono al Sacrificio di Dio non soltanto senza questa umiltà religiosa, ma con tutto l'orgoglio del libertinaggio e dell'empietà; quando a fatica piegano il ginocchio, quando vi parlano e vi agiscono senza riguardo. Purtroppo, la moderna Messa nata a seguito del Concilio Vaticano II, con le novità studiate per assecondare le pessime inclinazioni del popolo, soddisfacendo al vano esibizionismo di uomini, e donne, finisce col deprimere il primo sentimento, l'abbassamento di sè, che il fedele dovrebbe provare di fronte al Sacrificio di Dio.

PUNTO FERMO. Quando vado a Messa, vado al Sacrificio della morte di Dio, lo stesso che fu offerto sul Calvario, lo stesso che Gesù Cristo consumò sulla Croce, che si ripete, in forma misteriosa ed incruenta ma reale, su ogni altare. Questo è punto fermo della nostra fede. Ora, o si crede ciò che la fede ci insegna sul Sacrificio, e si sta di conseguenza, o non si crede. Gli ebrei hanno voluto che venisse crocifisso, come dice San Pietro davanti al Sinedrio dei giudei, il Signore della gloria: «Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo alla croce» (At 5, 30); ma se l'avessero conosciuto, afferma San Paolo, gli ebrei non avrebbero alzato su di lui le mani parricide: «Si enim cognovissent, nunquam Dominum gloriae crucifixissent» (1. Cor., 2). Cristiani, che credete e conoscete, non date più lo scandalo di stare in chiesa come se non fosse Dio colui che muore sull'altare.

P.  Antonino

14 dicembre 2014