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Profughi nel lecchese, Simonetti: «Controlli sanitari e giudiziari»

Lecco (Lècch) - Stefano Simonetti, presidente facente funzioni della Provincia di Lecco, si fa sentire sui nuovi arrivi di sedicenti profughi nel territorio lecchese: «Diversi cittadini e amministratori - afferma Simonetti - sono preoccupati: vengano subito eseguiti su questi stranieri i dovuti accertamenti dal punto di vista sanitario e giuridico».

SCARSO ENTUSIASMO. «Ho ricevuto in questi giorni - spiega Simonetti - segnalazioni e richieste di interessamento, oltre che di preoccupazione manifestata da amministratori e cittadini, riguardanti i numerosi immigrati collocati nelle strutture del territorio, in particolare gli ultimi 15 arrivi presso la struttura del Coe di Esino Lario». Il presidente della Provincia si è così rivolto al prefetto di Lecco, proprio quella Antonia Bellomo che aveva redarguito i lecchesi per lo scarso entusiasmo dimostrato nell'accogliere i presunti profughi.

SUSSISTENZA DELLO STATUS. «Ho chiesto al prefetto di Lecco - prosegue Stefano Simonetti - un interessamento urgente presso la presidenza del consiglio e le autorità competenti, affinché vengano effettuate in tempi strettissimi, se non immediati, le verifiche previste dalla normativa dal punto di vista sanitario e dal punto di vista giuridico, per la reale sussistenza dello status di rifugiato politico in capo ai predetti immigrati, che a oggi risultano 115 sul territorio provinciale. Inoltre ho chiesto al prefetto di valutare la necessità e/o l'opportunità di un maggiore presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine in collaborazione con la Polizia locale e provinciale».

CONDIZIONI DELL'EDIFICIO. «Infine - aggiunge il presidente della Provincia - nella mattinata di sabato 26 luglio mi recherò per un sopralluogo a Esino Lario per esaminare la situazione e valutare personalmente le condizioni di tipo tecnico dell’edificio deputato a ospitare queste persone. Voglio rendermi conto di persona della situazione sempre più grave e preoccupante e - conclude - auspico che ci sia una risposta immediata da parte delle autorità competenti in materia sanitaria e di verifica giuridica dello status di questi migranti».

25 luglio 2014