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Il Comune di Lecco non fa nulla per rendere “ecologiche” feste e sagre

Lecco (Lècch) - Caro Direttore, in queste settimane si è parlato molto della concorrenza tra sagre paesane, feste delle parrocchie e la normale attività dei commercianti. Posso permettermi, per le prime, di inforcare un bivio e fare una digressione che credo sia altrettanto importante?

Le Sagre e le Feste sono tutte ricche di sforzo organizzativo lodevole che – mi sembra – possano e debbano essere anche indirizzati ad una corretta riduzione degli sprechi ed alla promozione di pratiche coerenti con percorsi che non si possono più eludere. Un’Amministrazione locale attenta alla qualità della vita dei propri cittadini non dovrebbe trovare difficoltoso mutuare, sull’esperienza di altri Enti e altri Territori: Osnago, Mezzago, Reggio Emilia, Parma per citarne solo alcuni, la metodologia e le buone pratiche che si possono attuare quando si promuovono e si organizzano le Feste di paese, le sagre e gli Happening.

Questo per continuare a divertirsi pensando anche alla salvaguardia dell’ambiente nel quale viviamo. Sebbene più volte, in questi anni, è stato proposto e sollecitato, per esempio il Comune di Lecco e gli Assessori competenti (Volonté e Campione) nulla, ancora, hanno fatto. Colpevolmente.

Colpevolmente perché non è complicato e comunque è auspicabile che per queste sagre e fiere – che l’Ente comunale promuove o patrocina o semplicemente autorizza - si possa in maniera sistematica prevedere un’attenta raccolta differenziata di plastica, vetro, carta e lattine, la separazione degli oli di frittura, una riduzione dei rifiuti (la vera salvezza) attraverso l’accorgimento di prevedere le bottiglie d’acqua con vuoto a rendere o, ancora meglio, l’uso esclusivo dell’acqua pubblica di rubinetto con caraffe e bottiglie di vetro.

Non da ultimo è poi evidente che l’utilizzo di materiali usa e getta ed una scarsa attenzione agli sprechi rischiano facilmente, è già successo, di lasciare dietro a queste sempre piacevoli giornate e feste una montagna impensabile di rifiuti. (Che sono disdicevoli anche se non li vediamo abbandonati per strada). La sostituzione quindi dell’usa e getta con stoviglie e posate riutilizzabili, o, in subordine, in cui i piatti sono in materiale biodegradabile, è prioritario, nonché doveroso.

Credo siano tutte decisioni e percorsi non più rinviabili. Lasciare poi facoltativo, incentivandolo - anche attraverso la riduzione di tasse e facilità di permessi – l'utilizzo di prodotti locali e biologici, dove non sono stati necessari ne concimi chimici ne migliaia di chilometri per trasportarlo, o, ancora, l’uso esclusivo del materiale informativo e pubblicitario stampato su Carta Ecologica è, credo, un ulteriore positivo passo che male non fa.

Iniziare quindi come Amministrazione, fin da subito, la promozione di incontri con gli organizzatori delle varie sagre e feste cittadine e di quartiere, per cercare, assieme, supporto, consenso ed economie di scala è un auspicio che dobbiamo augurarci tutti. Creando così gli strumenti per un tavolo di lavoro che porti alla costruzione, possibilmente condivisa, di un Regolamento, vincolante (o incentivante), per la concessione dell’autorizzazione alle (sole) Feste che rispondono a questi criteri eco-sostenibili.

Un atto necessario, culturale e politico. Non solo per il Comune, ma anche per gli organizzatori.(associzioni, parrocchie ect). Se qualcuno c'è, batta un colpo.

Paolo Trezzi

24 luglio 2014