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«Con la legge “ammazza boschi” semaforo verde a stragi d'alberi»

Calco (Calch) - Dalla Brianza sale la protesta contro la legge del Consiglio regionale lombardo che «permetterà di abbattere alberi senza autorizzazioni nè compensazioni». Prospettiva di tabula rasa, che richiama immagini desolanti come quelle del parco Due Mani di Ballabio dopo il "repulisti" per realizzarvi il cosiddetto Ventaglio dei sapori.

LEGGE 124. «Tempo di ferie e dunque: Lombardi, sbrigatevi! Perché se volete godere della frescura di un bosco vi resta poco tempo. Infatti con la legge 124 approvata dal Consiglio regionale della Lombardia sarà possibile abbattere alberi fino a 30 anni in montagna e 15 in pianura senza piano forestale, senza autorizzazioni e senza compensazioni». L'allarme parte dall'associazione Monte di Brianza, di Calco, che ricorda come la nuova legge si sia meritata il nomignolo di “ammazza boschi”.

PIU' SNELLE. «La legge - spiega l'associazione - prevede procedure più snelle per il cambio di destinazione d’uso dei boschi finora sacri ed intoccabili e, laddove viene riconosciuta la possibilità di un intervento edilizio e non solo, scatta appunto l’abbattimento delle piante. Viene a questo punto un dubbio: cosa succederà in quei paesi, anche della nostra zona, dove nell’iter di redazione del Pgt si è assistito ad un numero preoccupante di osservazioni che chiedevano il cambio di destinazione d’uso da forestale-boschivo a edificabile?».

IL BENESTARE. Che si tratti di boschi o parchi cittadini, già prima che si parlasse della "amnmazza boschi", le amministrazioni comunali lecchesi non brillavano per amore verso le piante. Su tutti, il caso del Comune di Ballabio, dove la locale amministrazione di area Pd non esitò a dare il proprio benestare all'abbattimento di numerosi alberi del parco Due Mani, per far sorgere al loro posto un capannone "polifunzionale".

Nella foto: alberi abbattuti (maggio 2010) al parco Due Mani di Ballabio.

21 agosto 2014