Prediche lecchesi: la pace, Papa Francesco e il pregare mondano
Lecco (Lècch) - Il massacro in corso nella martoriata Palestina, ove vengono uccisi e straziati in massima parte donne e bambini, riempie di sconcerto molti cristiani memori della pretesa preghiera di pace che, lo scorso 8 giugno, ha accomunato il Papa Francesco e i presidenti di Israele e Palestina, Shimon Peres (ebreo) e Abu Mazen (maomettano).
FURIA OMICIDA. Di fronte allo scatenarsi della furia omicida tra due popoli i cui rappresentanti, poche settimane prima, hanno partecipato all'incontro nei Giardini Vaticani, il credente viene tentato dal dubbio verso l'efficacia della preghiera in sè stessa. Invece, come vedremo, sarebbe opportuno interrogarsi sul senso e la liceità di "quella" preghiera e di altre similari iniziative cosiddette ecumeniche.
INNOVAZIONI CONCILIARI. Sull'onda di certe innovazioni introdotte dal Concilio Vaticano II, coloro che oggi detengono il potere ecclesiastico hanno avuto l'ardire e la presunzione di "correggere" rilevanti aspetti della dottrina che la Chiesa ha costantemente insegnato nel corso dei duemila anni della propria storia. Tra codesti cambiamenti, si annovera il mutato atteggiamento nei confronti della promiscuità di pratica con seguaci di altre fedi, comportamento da sempre condannato quale veicolo di indifferentismo religioso e per aderenza all'insegnamento evangelico.
RAGIONI DEL FALLIMENTO. E' la stessa parola di Dio, difatti, a spiegarci le ragioni del fallimento della preghiera del Papa con il capo di Stato ebreo e quello mussulmano. «Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre» (1 Gv 2,23). Dunque, è possibile ritenere gradita all'Onnipotente, quindi proficua, una preghiera di pace assieme a chi non riconosce che Cristo è Dio, nella Santissima trinità? La risposta è sempre nel Vangelo. «Chi non raccoglie con Me, disperde». (Lc 11, 23).
L'APPREZZAMENTO. La preghiera del Papa Francesco con Shimon Peres e Abu Mazen, significativamente, ha riscosso il vano clamore dell'apprezzamento mondano. C'era motivo di compiacersi delle lusinghe e dei battimani dei tanti che nei confronti di Dio e della sua legge professano indifferenza o, addirittura, avversione? «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27), ammonisce ancora il Vangelo. Quanto bastava per sospettare che quel passo di pace fosse un passo falso, non fondato sulla Verità, bensì sul cedimento all'errore, sulla legittimazione di fedi umane che contemplano prescrizioni di vendetta e predominio, presto sfociate nell'orgoglio sanguinario.
FUORIVIANTE TESI. D'altro canto, a giustificazione del moderno ecumenismo (quello tradizionale, ad esempio la famosa missione di San Francesco, avveniva al solo fine della conversione) oggi si sostiene che ebrei, mussulmani e cristiani, in fondo, adorino lo stesso Dio, abbiano per padre Abramo. Ancora e sempre è il Vangelo a smentire tale inaudita e fuorviante tesi: «Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo» (Gv 8,39-44). Altro che lo stesso Dio!
ORECCHIO DEGLI UOMINI. In conclusione: si rassicurino i fedeli riguardo alla preghiera e non cessino di considerarla potente strumento di grazia e santificazione dei buoni cristiani. E non si turbino se i frutti («Dai loro frutti li riconoscerete», Mt. 7,16) di certe orazioni ottengono risultati inversi all'intenzione proclamata: accade che la preghiera di alcuni, in realtà, sia destinata all'orecchio degli uomini.
P. Gervaso
10 agosto 2014