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"Giornalisti figli di tr..." Che ne dice Cecchin?

Lecco - "Giornalisti bastardi, figli di troie! Tutti quanti". L'epiteto tra i più volgari ed offensivi è stato lanciato da un pulpito lecchese, colpendo inevitabilmente (poichè sparato nel mucchio della categoria giornalistica) anche il prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, giornalista di lungo corso iscritto all'Albo dell'Ordine da 30 anni.

USCITA DA TSO. Si tratta dell'ultima uscita da Trattamento sanitario obbligatorio di don Giorgio De Capitani che, nonostante i deliri e le minacce di guerra contro l'arcivescovo Angelo Scola, risulta ancora "prete residente" a Sant'Ambrogio in Monte, frazione di Rovagnate. Dopo aver incensato su Merate online il sindaco Marco Panzeri, aggiudicatosi il "salame d'oro" delle Donne Padane per aver mandato a monte l'apertura di una unità produttiva del Salumificio Beretta da 300 posti di lavoro, De Capitani si è prodotto in un'altra performance del suo livello.

IN FACCIA AL MONSIGNORE. Un attacco (di follia) contro i giornalisti, senza distinzioni. Tutta la categoria, scrive in apertura del suo sito schiumante insulti a destra e manca, è composta da "bastardi", visto che in mondovisione sono state date le immagini dell'uccisione di Gheddafi e dell'incidente che è costato la vita al motoclista Marco Simoncelli. "Voi giornalisti, siete bastardi figli di troie! Tutti quanti! Di destra e di sinistra! Maledetti! Malati, assetati di macabro, pervertiti! Non sapete che cos’è il rispetto della privacy. Siete peggiori dei vampiri! Fatevi curare!": questa, dunque, la prosa che campeggia sul sito del "don". Sito non per nulla contrassegnato col bollino rosso, vista l'oscenità del linguaggio sistematicamente impiegato per spargere immondizia sul prossimo. Oggi una ricaduta, forse imprevista, in ambito ecclesiale con quel "figli di..." che finisce in faccia anche al giornalista monsignore.

Nella foto: mons. Cecchin, prevosto della Basilica di S. Nicolò a Lecco.

26 ottobre 2011