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Fragomeli (Pd) sul pieno col bancomat

Lecco (Lècch) - «Negli ultimi anni l’entrata costituita dalle accise sui carburanti è cresciuta in maniera considerevole ed è servita, spesso, quale mezzo per recuperare risorse destinate a spese prive di coperture di bilancio. Una certezza per le casse dello Stato, che possono contare sull’erogazione di elevatissimi quantitativi di carburante sui quali applicare tasse per frazioni di centesimo d’euro al litro».

STRIDENTE DISCREPANZA. Su questo tema il parlamentare lecchese Gian Mario Fragomeli (Pd), con una specifica interrogazione in commissione Attività produttive presentata nella giornata odierna, esprime il proprio disappunto riguardo «alla stridente discrepanza tra la certezza - per lo Stato - e la piena incertezza - per i cittadini - in merito all’applicazione delle commissioni relative al pagamento della benzina attraverso bancomat e carte di credito, la cosiddetta “moneta elettronica”. La variabilità dei tassi di commissione, diversificati a seconda del quantitativo globale di carburante erogato da un singolo impianto di distribuzione, causa - di conseguenza - anche la variazione di prezzo finale al litro. Tale variazione è ancora più evidente nel momento in cui parliamo di piccoli distributori, ovvero la tipologia di servizio maggiormente presente nella nostra provincia».

MONETA ELETTRONICA. Prosegue Fragomeli: «Fino al 2011, per un rifornimento di carburante dall’importo inferiore ai cento Euro non venivano applicate commissioni; successivamente tale limite è stato modificato con un decreto del Mef che però si è limitato unicamente a fornire indicazioni di massima - senza specificare cifre percentuali - riguardo i costi delle transazioni non superiori a trenta euro effettuate con moneta elettronica. La mia interrogazione intende proprio fare chiarezza su questo punto, allo scopo razionalizzare la normativa e di limitare quelle fluttuazioni che vanno ad incidere sul prezzo finale del carburante».

LIMITARE L'INFLUENZA. «Un secondo punto dell’interrogazione» conclude Fragomeli «riguarda poi l’iniqua gestione di una parte della contribuzione del Fondo Indennizzi, ovvero di quel Fondo che si occupa di risarcire i gestori operanti in zone del territorio disagiate e che sono quindi costretti a chiudere. Tale Fondo, ora parzialmente a carico dei gestori di impianti di distribuzione di carburanti, era invece, in precedenza, corrisposto per intero dalle compagnie petrolifere stesse: con questa interrogazione chiedo che si intervenga sulla normativa esistente allineandola a quella europea e limitandone l’influenza sul prezzo finale dei carburanti».

3 giugno 2014