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Lega “punita”: perde Merate e Castello B.

Lecco (Lècch) - Nel Lecchese il Carroccio si impantana e registra la cocente sconfitta in due roccaforti come Merate e Castello Brianza. Male anche le cifre ottenute nel complesso, che attestano il perdurare delle difficoltà legate ai recenti fatti di cronaca, dove risultano coinvolti esponenti del Carroccio.

EFFETTO OTTICO. Nella "tabula rasa" lasciata dal Pd, la Lega nord lecchese si ritrova al secondo posto. Sembra un ritorno ai fasti passati, ma è un effetto ottico: alle precedenti europee il Carroccio aveva conquistato il "podio" con il 27%, oggi si ritrova al 15 per cento, cifra sostanzialmente identica al pessimo risultato (effetto Trota) delle politiche di un anno fa.

FERRARI RADDOPPIA. Il calo di voti produce pesanti effetti sulla tornata amministrativa. Tra i comuni in lizza, spiccano le roccaforti di Oggiono, Merate e Castello Brianza: il Carroccio riesce a conservare soltanto la prima, con il sindaco Roberto Paolo Ferrari che "bissa" il mandato.

SOFFIATA DAL NCD. Crolla Merate, soffiata dall'aspirante sindaco del Ncd, Massironi a un valido candidato come Massimo Panzeri. Mentre l'ex primo cittadino meratese, Andrea Robbiani, in gara alle Europee per spirito di servizio verso il movimento, fallisce l'arduo bersaglio. A Castello Brianza, dove la Lega vantava percentuali bulgare e l'apprezzata amministrazione della uscente Luigina De Capitani, non ce la fa Ennio Fumagalli, pur capace assessore al Bilancio della Provincia di Lecco.

ELETTORATO ESIGENTE. Mentre Valmadrera premia con un diluvio di voti la formazione del sindaco Marco Rusconi (Pd), finito in manette nell'ambito dell'inchiesta Metastasi e ancora detenuto nel carcere di Opera, l'elettorato leghista si dimostra ben più esigente di quello piddino in fatto di "questione morale". I recenti e clamorosi coinvolgimenti di esponenti del Carroccio in indagini della magistratura, infatti, frenano la ripresa della Lega nel Lecchese; al contrario, neppure il tintinnìo delle manette a Valmadrera e Lecco infrange l'onda lunga di Matteo Renzi sotto il Resegone.

26 maggio 2014