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Maggi: «Per l'industria lecchese timidi segnali di miglioramento»

Lecco (Lècch) - I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Unindustria Como, relativamente al mese di marzo 2014, lasciano emergere alcuni segnali di miglioramento rispetto alle performance registrate dalle imprese del campione tra gennaio e febbraio.

STABILITA'. Gli indicatori associati a domanda, produzione e fatturato sono principalmente caratterizzati dalla stabilità - espressa in media da quasi la metà delle imprese -, ma le indicazioni di crescita superano quelle improntate alla diminuzione. Sul fronte della domanda, il mercato domestico rivela una maggiore intensità degli scambi rispetto a quanto registrato nelle precedenti edizioni dell’indagine. L’export si mantiene invece più dinamico.

FIDUCIA. In leggero aumento, di circa 5 punti percentuali rispetto al dato di fine 2013, il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva impiegata che si attesta al 76,8%. Per un’impresa del campione su tre (33,7%) le previsioni per le prossime settimane esprimono fiducia nella prosecuzione della fase di miglioramento; più contenute, invece, le ipotesi di ribasso (9,6%).

INSOLVENZA. Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, il limitato orizzonte di visibilità sugli ordini e i rapporti con gli Istituti di credito continuano a rappresentare comunque elementi di criticità per le imprese delle due province. I giudizi espressi sull’andamento occupazionale evidenziano infine una diffusa stabilità.

SCENARIO DELICATO. «Nonostante la nostra indagine abbia fatto rilevare un incremento, peraltro lieve, di alcuni indicatori – commenta il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi – lo scenario resta evidentemente ancora molto delicato, sul territorio così come nel Paese. L’utilizzo medio degli impianti produttivi, ad esempio, pur registrando un miglioramento, resta ancora lontano dai livelli pre-crisi e evidenzia quanto lunga sia ancora la strada per il pieno recupero».

INCORAGGIAMENTO. «Tuttavia - continua -, vogliamo considerare questi segnali come un incoraggiamento per guardare ai prossimi mesi; questo in particolare per quanto riguarda i dati dell’export, che è stato in questi anni uno dei principali fattori che hanno consentito al sistema produttivo di affrontare la crisi». «Se le aspettative per il breve periodo sono generalmente stabili o anche di segno positivo, la visibilità sugli ordini resta ancora ridotta e contribuisce a rendere complessa la gestione delle attività. Inoltre, dobbiamo sottolineare che fra gli elementi di criticità emerge ancora una volta il tema del credit crunch», sottolinea Giovanni Maggi.

GLI ORDINI. Sul versante della domanda, le aziende delle due province segnalano in marzo un leggero miglioramento rispetto a quanto realizzato nei primi due mesi dell’anno; si riscontra infatti un incremento sia nel caso degli ordini sul mercato domestico, sia nel caso dell’export. Per quanto riguarda la domanda interna prevalgono le indicazioni di stabilità, segnalate dal 46% delle imprese.

PRODUZIONE E FATTURATO. Per le imprese della provincia di Lecco, la crescita dell’attività produttiva interessa il 30,6% del campione mentre il rallentamento è riscontrato dal 9,7%. Per il rimanente 59,7% del campione i livelli produttivi sono rimasti stabili. Quanto al fatturato, nel territorio lecchese il giudizio prevalente risulta quello improntato alla stabilità (49%) ma i dati confermano una maggioranza di indicazioni di aumento delle vendite (39%) rispetto a quelle di diminuzione (12%).

L’OCCUPAZIONE. Sul versante occupazionale le realtà di entrambe le province descrivono uno scenario globalmente stabile per il mese di marzo. “I dati relativi alle imprese di Lecco – afferma il direttore di Confindustria Lecco, Giulio Sirtori – evidenziano una situazione del tutto simile. Il giudizio prevalente, quello riguardante la stabilità occupazionale, è espresso dall’80% delle realtà aderenti all’indagine, mentre le indicazioni di diminuzione ed incremento dei livelli risultano equiparabili».

AMMORTIZZATORI. «Sul fronte del ricorso agli ammortizzatori sociali, per le imprese di Lecco è stata registrata una diminuzione rispetto a quanto rilevato a marzo 2013; considerando infatti il numero di dipendenti coinvolti, rapportati a zero ore, si rileva una riduzione dell’utilizzo di circa il 65% sia nel caso della cassa straordinaria sia di quella ordinaria. Il dato - conclude Giulio Sirtori - non è di semplice interpretazione, ma possiamo dire che sconta, purtroppo, la cessazione di alcune attività e, d’altro canto, sembra rimandare a cenni di una prima parziale ripresa delle attività».

Nella foto: Maggi con il console Usa.

16 maggio 2014