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Lecco fa la guerra ai cinghiali: eliminati altri otto, ne restano 50

Lecco (Lècch) - Ormai, in tutto il territorio della provincia di Lecco, i cinghiali sopravvissuti sono appena una cinquantina, ma Villa Locatelli continua nel suo "repulisti". Dopo le recenti uccisioni compiute dalla Polizia provinciale, le trappole hanno sostituito i fucili, eliminando altri 8 ungulati.

TOLTI DI MEZZO. Nello scorso dicembre, sulla base di un censimento effettuato dalla Provincia di Lecco, il numero dei cinghiali rimasti sull'intero territorio lecchese veniva quantificato in una sessantina. Da allora altri capi sono stati "tolti dimezzo", come informa l'ente provinciale che ha organizzato la "cattura selettiva" dei cinghiali in Valsassina e Valvarrone.

DANNI ALL'AGRICOLTURA. «Altri 3 capi sono stati catturati martedì notte a Sueglio, che portano il totale a 8 (3 sopra l’abitato di Lecco in località Cereda, 2 a Colico in località Fontanedo, ai quali si aggiungono i 3 della scorsa notte a Sueglio). Le gabbie sono state posizionate da dicembre nei luoghi in cui si sono registrati i maggiori danni provocati da questo ungulato, in collaborazione con alcune aziende agricole. Le ultime catture nella notte fra martedì e mercoledì con la gabbia ubicata a Sueglio (località Duello) dove sono stati trovati 3 cinghiali, 2 femmine e 1 maschio, del peso di circa 50 chili ciascuno». Sin qui il comunicato della Provincia, ma a fare il quadro della situazione è l'assessore Carlo Signorelli.

BASSA DENSITA'. «Il problema dei cinghiali non è semplice né facilmente risolvibile - commenta il responsabile di Villa Locatelli per Ambiente, Agricoltura, Caccia e Pesca. - La scelta della cattura selettiva è stata fino a ora suggerita da densità relativamente basse e danni rilevanti, ma inferiori a quelli di altre province lombarde. A testimonianza dell'attenzione del nostro ente verso questo problema abbiamo istituito una commissione tecnica per valutare la congruità degli interventi fino e suggerire eventuali correttivi».

COMMISSIONE TECNICA. Lunedì 24 marzo, infatti, si insedierà la commissione tecnica voluta e annunciata dallo stesso Signorelli, con il compito di individuare i metodi più opportuni per minimizzare i danni provocati da questo ungulato in Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e zona di Colico. La commissione sarà presieduta dall'assessore e composta dai rappresentanti dei Comprensori alpini di caccia “Alpi lecchesi” e “Prealpi lecchesi” (territori in cui ora il cinghiale non è specie cacciabile), da un delegato del mondo agricolo e da 2 tecnici di rilevanza nazionale, Luca Pedrotti e Andrea Marsan, esperti nella gestione del cinghiale, oltre ai funzionari del Servizio faunistico e alla Polizia provinciale.

SALUTE DEI BOSCHI. La Provincia, insomma, prepara una mobilitazione in grande stile per un numero di cinghiali decisamente esiguo, i cui danni potrebbero essere contenuti adottando adeguate recinzioni elettriche accompagnate da foraggiamento dissuasivo. Al contrario, la sparizione dei cinghiali rischia di peggiorare lo stato di salute dei boschi, visto che con la loro costante opera di scavo questi ungulati contribuiscono all'aerazione del terreno e alla diminuzione della presenza delle larve di insetti nocivi.

Nella foto-galleria: cinghiali nelle trappole della Provincia.

7 marzo 2014