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Bodega è contrario alle "leggi speciali"

Lecco - Lorenzo Bodega è intervenuto nell'Aula del Senato, rispondendo all'informativa del ministro dell'Interno sugli scontri a Roma di sabato scorso, per ribadire che "non c'è bisogno di leggi speciali".

LIMITI ALLA LIBERTA'. Davanti alla violenza scatenata nella capitale da centinaia di estremisti, lo stesso Roberto Maroni aveva prospettato la necessità di un "giro di vite", ovvero l'applicazione di misure repressive sulla falsariga della legge Reale. Il senatore lecchese, e vice presidente del gruppo leghista a Palazzo Madama, ha invece espresso la contrarietà del Carroccio a misure draconiane: "Siamo noi della Lega - ha dichiarato Bodega - i primi a dire no a leggi speciali, signor ministro, che possano limitare la libertà di manifestare o la libertà di espressione. Abbiamo leggi che, se applicate correttamente, se applicate e non interpretate dai giudici, possono limitare questo fenomeno delittuoso".

COMPAGNI CHE SBAGLIANO. Per il parlamentare lecchese, "occorre tuttavia dotare le forze dell'ordine di strumenti idonei per intervenire in maniera anche preventiva contro i moti violenti, perché di questo trattasi". Poi un monito alla sinistra: "Occorre - ha aggiunto - sconfiggere il vizio antico di giustificare i violenti, di dire che sono compagni che sbagliano, come si diceva negli anni Settanta per coloro che avevano abbracciato la lotta armata". Lo Stato, le forze politiche, insomma, devono fare una scelta netta di campo senza ambiguità e ipocrisie, per "reagire in modo unitario", come si fece, ha ricordato, "con le Brigate rosse perché ogni spiraglio può diventare il pertugio nel quale la violenza può infiltrarsi e diventare difficile da stanare con il rischio di una terrificante escalation".

CINQUE PROCURE. Bodega ha quindi sollecitato un esame di coscienza da parte dei magistrati, rilevando che "cinque procure italiane, Pescara, Roma, Bari, Lecce e Napoli, sono impegnate ad indagare sullo stesso tema. Se, invece di intercettare il presidente del Consiglio, i pubblici ministeri spiassero i centri sociali eversivi, farebbero certo - ha concluso l'esponente leghista - miglior servizio a questo Paese.

18 ottobre 2011