«Nel Piano cave ci sono ombre e luci»
Civate (Civàa) - "Ombre e luci": così il Coordinamento Cornizzolo giudica il nuovo Piano cave approvato dalla Provincia di Lecco. Di seguito pubblichiamo la nota dell'associazione che si è battuta per impedire l'arrivo delle ruspe sulla montagna sopra Civate.
Nella seduta del Consiglio provinciale del 3 febbraio è stato adottato definitivamente il nuovo Piano Cave della Provincia di Lecco. Il lungo iter, iniziato nel marzo del 2011, si è quindi concluso in questi giorni per quanto riguarda la Provincia di Lecco. Ora tutto passerà in Regione per l’approvazione definitiva.
Certamente non possiamo gioire e festeggiare: si tratta di “un Piano Cave “ (e non certo di un piano di tutela o sviluppo del territorio), che concede più di 11 milioni di metri cubi di escavazione , concentrati nella città di Lecco, dove verranno consumati e distrutti per sempre materiali non rinnovabili e soprattutto un Piano Cave che non doveva essere assolutamente riaperto e incrementato: la durata del piano precedente arrivava per le Rocce industriali fino al 2021 ( unico settore praticamente interessato dal nuovo Piano).
Un giudizio negativo riguarda il non avere accolto da parte della maggioranza del Consiglio provinciale le richieste, pervenute da più parti, di una drastica (sostanziale) riduzione dei volumi di escavazione per quanto riguarda le Cave di Lecco e le cave di pietrisco del Moregallo. Riteniamo che si tratti di una scelta profondamente errata e poco lungimirante.
Non è, infatti, possibile pensare di ignorare il trend produttivo del settore degli ultimi cinque anni e di quello previsto nel breve/medio/lungo periodo, e così chiede l’attuale legge regionale “per la formazione dei piani cave” all’art. 3.2.5. Se questa scelta si traduce per i cavatori in un regalo di più di 11.000.000 di metri cubi di rocce da scavare (corrispondente pressappoco al volume di un ipotetico grattacelo di 3.700 piani di 3 metri di altezza con base di 1.000 mq), per i cittadini che vivono nel nostro territorio, tale decisione si concretizza invece in una perdita definitiva e irreversibile di paesaggio e ambiente.
Abbiamo visto la grande partecipazione di tutte le parti (forze politiche, associazionismo, associazioni produttive, semplici cittadini…) all’iter di questo Piano, segno evidente che i problemi ambientali del nostro territorio rappresentano materia di confronto e di scontro per i contrapposti interessi in gioco, in cui spesso la salvaguardia ambientale non ha ancora la dovuta considerazione. Positivamente abbiamo valutato la decisione presa all’unanimità dal Consiglio provinciale in data 28.11.2012 “…di portare all’approvazione il Piano Cave provinciale escludendo lo sfruttamento di nuovi siti di estrazione…” . Questo ha di fatto escluso nel Piano approvato, la possibilità di aperture di nuovi siti estrattivi nel nostro territorio. (Cornizzolo, Annone, Missaglia, Verderio...).
Per quanto riguarda invece la Scheda Gi.4 Cornizzolo, le controdeduzioni approvate dalla Giunta e dal Consiglio provinciale, di rigettare definitivamente la richiesta di apertura di una cava sul Monte Cornizzolo presentata dalla Holcim, dovevano essere ancora più precise, sostanziali e soprattutto definitive. La presenza della Basilica di San Pietro al Monte a 300 metri dall’area di cava è, di per sè, motivazione più che sufficiente per escludere ora e per sempre qualsiasi apertura di cave sul Cornizzolo.
Proprio perché riteniamo che il territorio del Monte Cornizzolo vada definitivamente salvaguardato, anche con la forza di quasi 12.000 firme raccolte in pochi mesi, continueremo in sede provinciale e regionale a sostenere le nostre motivazioni, per inserire vincoli che possano escludere per sempre qualsiasi possibilità di aperture di cave o di altri possibili danni all’ambiente su questa nostra montagna. Da parte nostra vigileremo e faremo pressioni nell’iter regionale di approvazione di questo Piano Cave affinché possano essere apportati miglioramenti, (riduzione volumi e modalità di escavazione nelle cave già attive) e non avvengano blitz alle spalle e sulle spalle del nostro territorio.
Coordinamento Cornizzolo
Nella foto: attivisti "No cava" in azione.
14 febbraio 2014