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Lecco e Bologna “unite” nel magna-magna: ma adesso è morto l'orgoglio dell'essere lombardi

Lecco - I fatti erano talmente penosi da ritenerli unici e irripetibili: certi politici regionali, gente che intasca stipendi mensili intorno ai 10mila euro (20 milioni di lire), hanno avuto il coraggio di farsi rimborsare col denaro pubblico (tra l'altro) pranzi, cene, persino la merendina.

Possibile, mi chiedevo, che qualcuno di questi strapagati non si imbarazzasse di battere cassa anche per muovere le mandibole o per farle muovere ad altri? Confusa, disgustata, ho pensato che alla Regione Lombardia si fosse toccato il fondo e che qualcuno, anche da Lecco, avesse scritto una triste pagina della pseudodemocrazia italiana. Ora pare che a Bologna, in Regione Emilia e Romagna si sia fatto di peggio. Mangiate luculliane, sistematiche e trasversali agli schieramenti politici, messe in conto a Pantalone.

Il mal comune, si dice, è mezzo gaudio. Invece questa unità nazionale all'insegna del rimborso facile, qui da noi, riapre una ferita che non si chiuderà tanto facilmente. Non mi si fraintenda, so bene che a confronto della corruzione generalizzata che affligge la Penisola stiamo parlando di una questioncella da "quattro soldi" e che alcune di queste spese, magari, saranno considerate lecite, alla luce delle regole che i politici si sono scritti per sè stessi. Nondimeno, tra le portate del magna-magna di certuni si è sbranato il pudore nel bussare a quattrini, la dignità del far politica senza considerarne come parte integrante il vile denaro, l'onore che induce ad assolvere per il bene comune e con pubblico apprezzamento l'incarico assunto.

Bazzecole, dirà qualcuno. Certo non la pensavano così gli avi di stirpe lombarda, gente con la spina dorsale dritta che sarebbe morta (e non solo di vergogna) piuttosto che toccare un centesimo non suo, o piuttosto che approfittare di una situazione, fosse anche qualcosa di formalmente corretto ma di moralmente discutibile. Ed è per questo "tradimento" che, al di là di ogni considerazione, ai politici dal rimborso facile non potrà mai essere perdonata l'ingiuria fatta al più gran tesoro di Lombardia: l'orgoglio di sentirsi i lombardi di sempre. 

Alessandra Consonni

9 novembre 2013