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Omofobia o normofobia: si può uscire da questa contrapposizione?

Lecco - Caro direttore, l'istituzione di un registro delle coppie omosessuali da parte del Comune di Lecco deve indurre le persone di buone volontà, per dirla come Papa Francesco, a uscire da una pericolosa contrapposizione.

Come evidenziato nella seduta del Consiglio comunale che ha portato all'approvazione, da parte della sinistra, del provvedimento filo omosessuale, le accuse in campo sono quella di omofobia e quella di normofobia. Da una parte si parla di paura, direi meglio rifiuto, della omosessualità; dall'altra si parla di rifiuto, direi meglio paura, della normalità.

Esiste un comportamento socialmente e naturalmente normale, che è quello di essere o uomini o donne ("uomo e donna li creò", dice la Bibbia), di unirsi in una famiglia che ha la finalità di trasmettere la vita. Se i nostri progenitori fossero stati omosessuali, oggi non saremmo vivi, la vita si sarebbe estinta. Quindi è conprensibile che uno scenario di questo tipo produca avversione, anche paura, in chi ama la vita, la natura e la società umana. Da qui la "omofobia".

Al tempo stesso, occorre prendere atto delle diificoltà di alcuni di superare quello stadio preadolescenziale di incertezza sessuale, che a volte si trascina in età adulta e si esprime nel rifiuto del proprio sesso. Comprensibile, dunque, una situazione di avversione e paura della normalità che vorrebbe l'unione di un uomo e una donna, anche per la prosecuzione della specie. Da qui la "normofobia".

Sono situazioni che per forza si contrappongono sino ad escludersi a vicenda? Uscendo dal dettato religioso, direi di no. Nel senso che non può esserci paura della normalità senza la normalità. E viceversa per l'omofobia. Credo, dunque, che la normalità sia un obiettivo da raggiungere, e che la condizioni omosessuale, per alcuni, ne rappresenti uno stadio. Nessuna contrapposizione, nessun tono da Crociata, si addicono, dunque, all'argomento.

Credo che il sindaco Brivio abbia fatto male a ufficializzare le coppie gay, perchè così si confermano e confinano alcuni in uno stadio che, invece, poteva essere superato. Ma fanno lo stesso, e producono lo stesso esito, coloro che ghettizzano gli omosessuali. Su questo tema, caro direttore, occorre più comprensione e meno animosità.

Luca Cattaneo

3 ottobre 2013