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Mandello, Kyenge bocciata dalla Lega

Mandello - Dallo jus gay allo jus soli il passo è breve per il Pd di Mandello, dove il sindaco Mariani si dimostra solerte seguace del discusso ministro africano Kyenge (foto): una attitudine liquidata come "aria fritta" da Fabiola Bertassi, segretario cittadino della Lega Nord mandellese.

ARIA FRITTA. "Perché - protesta Bertassi - una giunta comunale invece di programmare un welfare basato su progetti per il rilancio del lavoro, perde tempo prezioso? Voglio essere più precisa: è possibile mettere all’ordine del giorno di una qualunque azienda aria fritta?" Per l'esponente leghista sono soltanto fumo di propaganda le misure approvate dal consiglio comunale mandellese che, non trovando alcun riscontro nella normativa nazionale, rimangono destinate a non produrre alcun effetto reale. "Questo  - aggiunge - è quanto avvenuto in consiglio comunale martedì 30 luglio a Mandello dove al terzo punto dei lavori proposti dalla giunta Mariani si è parlato del conferimento di un qualcosa di finto (“cittadinanza civica ius soli”), ideologia pura e irrilevante dal punto di vista legale, ad uso di una sinistra che sposta la concentrazione dei cittadini su dibattiti di comodo".

DIRITTO DEL SANGUE. In Italia, come in quasi tutti i paesi europei, vige lo ius sanguinis, il diritto del sangue che la legge 91 del 1992 indica come mezzo ordinario di acquisto della cittadinanza a seguito della nascita. La ministro Kyenge, invece, chiede che chi la cittadinanza italiana venga riconosciuta ai figli di stranieri fatti nascere in Italia. "Ma se passassero le modifiche volute dalla Kyenge, e che va ribadito sono ancora lungi dall’essere attuative, saranno pronti i cittadini italiani - rileva Fabiola Bertassi - a sborsare di propria tasca quanto servirà a mantenere famiglie intere che chiederanno di ricongiungersi al proprio neonato il cui primo vagito è stato emesso sul suolo italiano?".

VIVERE DI ASSISTENZIALISMO. "E cosa significa “ricongiungimento”? Parenti che dovranno essere alloggiati, riscaldati, a cui andranno dati cibo e cure sanitarie. Se la sentono i cittadini italiani di adottare centinaia, migliaia di persone all’anno a proprie spese? Il vero significato di integrazione - conclude - passa attraverso la volontà dell’immigrato di lavorare, pagare i contributi, crescere economicamente e culturalmente nel paese dove è stato ospitato, non di vivere di assistenzialismo".

3 agosto 2013