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Allarme Wwf, i gamberi lecchesi sterminati da gamberi stranieri

Galbiate - Minaccia letale per la biodiversità lecchese: riscontrata nel ruscello di San Michele a Galbiate la presenza di gamberi "stranieri", voracissimi e portatori sani di un temibile fungo, detto “peste del gambero”, in grado di uccidere in pochi giorni intere popolazioni di gamberi nostrani.  Il rischio per la sopravvivenza di una delle principali popolazioni di gambero di fiume italiano della provincia è stato accertato durante i monitoraggi dei corsi d’acqua del Parco Regionale del Monte Barro, eseguiti dal Wwwf Lecco venerdì scorso.

GAMBERI MORTI. Gli esperti del Wwf Lecco dopo aver rinvenuto in località San Michele di Galbiate diversi gamberi di fiume morti, ha effettuato ulteriori indagini per capirne la causa scoprendo, così, la presenza nel ruscello di alcuni esemplari del gambero alloctono Orconectes limosus originario degli Stati Uniti orientali. È una specie meno nota del Gambero della Louisiana (altra specie alloctona che sta facendo numerosi danni nei laghi di Annone e Pusiano ed in numerosi stagni nell’area meridionale della nostra provincia), che si distingue per una serie di macchie scure caratteristiche a livello dell’addome e per una spina presente nel segmento precedente alla chela, che rappresenta una struttura comune a tutti i gamberi americani e assente invece in quelli europei.

32 A UNO. La popolazione di gambero locale del ruscello di San Michele era una delle più abbondanti della Provincia; gli ultimi campionamenti effettuati nello scorso mese di maggio avevano messo in evidenza come la popolazione fosse abbondante e ben strutturata con presenza sia di giovani che di adulti in buona salute. Nella stessa notte di venerdì un gruppo di attivisti del Wwf Lecco ha percorso interamente il ruscello di San Michele catturando ben 32 esemplari di gamberi americani. Della popolazione di gamberi autoctoni ne è stato ritrovato ancora in vita solamente uno. C’è il sospetto che la presenza di gamberi americani sia dovuta a uno scriteriato intervento umano di immissione. Sempre più diffusi nel nostro territorio sono appunto sconsiderati rilasci di gamberi alloctoni da uno stagno ad un altro. Tale pratica è assolutamente da evitare in quanto rischia di essere estremamente dannosa, favorendo il diffondersi, come nel caso del ruscello di San Michele, di gravi patologie per i pochi gamberi italiani ancora esistenti.

AUTORITA' ALLERTATE. Nei prossimi giorni sono previsti altri interventi lungo il corso del torrente per cercare di sradicare la presenza di gamberi alloctoni. In considerazione però della gravissima entità del danno ambientale l’associazione Wwf Lecco ha già allertato gli organi di vigilanza e intende sollecitare l’intervento delle autorità competenti al fine di accertare l’eventuale natura dolosa del disastro e risalire ai responsabili per i provvedimenti di legge. Il Wwf invita chiunque avesse informazioni da fornire a contattare il proprio nucleo di Guardie Giurate (guardie@wwf.lecco.it) e invita i cittadini che ritrovassero gamberi autoctoni o alloctoni nelle acque del Lecchese a segnalarlo inviando una email a sezione@wwf.lecco.it, indicando il luogo esatto del rilevamento e inviando se possibile una documentazione fotografica.

Nella foto: un gambero "immigrato" trovato nel lago di Annone e un'operatrice del Wwf durante il monitoraggio dei corsi d'acqua.

29 luglio 2013