Invia articolo Stampa articolo
Il Comune di Lecco parla arabo, “snobbati” inglesi e tedeschi

Lecco – Il Comune di Lecco quando si rivolge agli stranieri pensa innanzitutto ai cittadini della Unione europea? Neanche per idea: porte sbattute in faccia ai cugini svizzeri, tedeschi e austriaci, come anche agli inglesi, e tanta sollecitudine verso gli arabi e i cinesi. A Palazzo Bovara si adottano idiomi che più stranieri non si può.

PER NON DISCRIMINARE. A Lecco esiste un irrinunciabile assessorato intitolato alla "Coesione sociale", guidato da Francesca Bonacina, impegnatissimo a realizzare un progetto promosso da tale Comitato unico di garanzia per le pari opportunità: "la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni del Comune". Così, per non discriminare, nei moduli e nelle informazioni burocratiche in diverse lingue straniere per le pratiche di cambio di residenza e di rinnovo della carta d’identità si "dimenticano" lingue comunitarie e si adottano idiomi che più stranieri non si può.

QUALI CITTADINI? "Con questo servizio – afferma la Francesca Bonacina - il Comune di Lecco vuole farsi più vicino a tutti i cittadini, semplificando alcune procedure per coloro che parlano una lingua diversa dall’italiano. La nuova modulistica è già disponibile in arabo, cinese, francese, romeno e spagnolo, a cui si aggiungeranno prossimamente ulteriori lingue". Va bene il francese, e anche lo spagnolo e il rumeno, ma è certo che quanti parlano il cinese e l'arabo non possono essere definiti "cittadini" nè italiani nè comunitari.

RELAZIONE PERSONALIZZATA. Anche l'attenzione verso il francese e il romeno, probabilmente si spiega per il fatto che queste due lingue sono parlate da molti africani e zingari. E forse l'attuale amministrazione comunale, che con questa iniziativa si propone di "permettere una relazione più personalizzata e soddisfacente con i cittadini", dopo aver censurato il nome della città in lingua locale già sogna una Lecco sempre meno lecchese, sempre meno europea e più magrebina o cinese.

Nella foto: il cartello col nome in lingua locale rimosso dal sindaco Virginio Brivio.

26 luglio 2013