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Volontariato, Amigoni (Fondazione) polemizza con Das e col Corriere

Lecco - Egregio direttore, pur con  tutto il rispetto che merita DAS (Gruppo Generali), le informazioni quantitative e comparative sulla “salute” del Non profit (di quello lecchese in particolare) desunte da una sua ricerca e veicolate anche sui media locali meritano delle riserve, o quanto meno che si sgombri qualche equivoco sulla realtà che si è indagata.

Non è dato di sapere, utilizzando i rapporti sintetici pubblicati, quali siano le basi statistiche su cui si è fondata la ricerca, pubblicizzata a supporto del lancio  di una nuova copertura assicurativa. Pare di capire che si siano utilizzate informazioni  su un arco di associazioni il più vario, comprendente associazioni ed enti registrati e non, forse con una prevalenza per gli Enti sportivi. Da qui i dati sorprendenti che situerebbero Lecco  e un po’ tutta la Lombardia in posizione quasi marginale rispetto all’Italia, con un trend, per di più, in progressiva decrescita (calo del 37% in Lombardia in 10 anni).

Sono in corso intanto le elaborazioni del censimento Istat sul Nonprofit e vedremo, si spera in tempi non lunghissimi, i risultati dell’indagine. Parlando di volontariato, tuttavia, si può da ora fare riferimento ai dati ufficiali  pubblicati annualmente (con qualche ritardo) dal BURL della Lombardia. Il bollettino documenta il numero delle organizzazioni di volontariato (prevalentemente di tipo sociale e culturale) iscritte al Registro generale del volontariato, che si articola in 11 sezioni provinciali e una sezione regionale. L’ultima tabella pubblicata, riferita al 31.12.2011, differisce ampiamente dai risultati  della ricerca DAS, sia con riferimento all’andamento temporale, sia in ordine alla comparazione fra le province lombarde.

Purtroppo non sono in grado di documentare il raffronto del dato lombardo con l’analogo dato riassuntivo a livello nazionale, ma non si fa fatica a credere che anche quello diverga dalla versione DAS. In  Lombardia e a Lecco, dunque, il volontariato organizzato e strutturato (quello che acquisisce pertanto la qualifica di Onlus di diritto) cresce in valori assoluti, con modesti e fisiologici avvicendamenti. Il contrario di quanto asserito nella ricerca DAS, che assomma alle organizzazioni di volontariato Onlus, tutto il resto (come computato?) del mondo associativo e Nonprofit.

Per quanto concerne poi il posizionamento delle singole province nella graduatoria lombarda, con riferimento al numero degli abitanti rispetto alle organizzazioni di volontariato iscritte alle sezioni provinciali (dati riferiti entrambi al 31.12.2011), la situazione è la seguente: Mantova 995, Cremona 1042, Lecco 1500, Lodi 511, Sondrio 1613, Bergamo 1659, Pavia 1983, Varese 2003, Brescia 2141, Como 2807, Monza 2829, Milano 3376. Prevalgono dunque due province del Sud Lombardia,  ma Lecco sopravanza largamente  tutto il resto della Regione, compreso il fronte prealpino più sviluppato e generalmente ritenuto più solidale.

Se anche esaminassimo i dati ufficiali (comparativamente minoritari rispetto ai numeri del volontariato) delle Associazioni di promozione sociale e delle Cooperative sociali, il risultato complessivo non cambierebbe di molto. Potrebbe avere una maggiore incidenza il dato delle Associazioni sportive, un mondo sicuramente vasto e apprezzabile, tuttavia qualitativamente molto articolato. Se tuttavia pesassimo precisamente anche questa realtà composita, quale che sia il risultato finale, non paiono giustificabili per Lecco e la Lombardia i dati recessivi e tanto meno i titoli, in non lieve misura fuorvianti, che danno conto dell’Indagine DAS.

I numeri e le graduatorie sopra esposti esprimono dati certi, riferiti al “cuore” del mondo Nonprofit. Essi rappresentano per il volontariato lecchese motivo di compiacimento, anche se non devono indurre ad adagiarsi sul lavoro compiuto, perché il nuovo welfare di comunità ha più bisogno di prima di nuove energie, singole e associate. Ma la comunità lecchese verosimilmente non mancherà all’appello, dimostrando, nonostante la ricerca DAS, di essere pronta più di altri a gestire nuovi problemi e nuove necessità.

Emilio Amigoni
(Segretario generale Fondazione della provincia di Lecco).

Egr. signor Amigoni,

pubblichiamo la sua replica ai ricercatori che, per conto di una azienda del gruppo Generali, hanno realizzato lo studio sulla consistenza del volontariato lecchese. Non sappiamo dire quali dati e relative conclusioni abbiano maggior fondamento, cioè se la ragione stia dalla parte dell'assicurazione o da quella della fondazione.

Al di là delle opinioni, lei sbaglia prendendosela con i giornalisti, a suo dire, responsabili di "titoli, in non lieve misura fuorvianti, che danno conto dell’Indagine DAS". Il Corriere di Lecco non ha fuorviato nessuno titolando "Volontariato, Lecco all'87° posto: crolla il mito del noprofit lariano", poichè era precisamente quello il senso della notizia. Comprensibile, d'altro canto, che tale notizia non le risulti gradita: per la Fondazione della provincia di Lecco, la cui esistenza si giustifica con un sistema di promozione dell'associazionismo, una eventuale crisi del volontariato lecchese implicherebbe la propria pessima riuscita.

E tuttavia, perchè considerare in senso meramente negativo un possibile ridimensionamento del fenomeno-volontariato? Qualche lettore ha addirittura espresso dubbi sull'utilità di un presunto no profit che, in altre regioni, conta un'associazione ogni 68 abitanti. In tempi di grandi difficoltà per l'occupazione, vorrei solo aggiungere che il volontariato toglie a volte la possibilità di collocazione a chi non ha un lavoro: i volontari, infatti, svolgono spesso una doppia attività (la prima remunerata e la seconda sostanzialmente gratuita). Parlando di "sociale", si cominci a ragionare anche di questi aspetti, perchè la società è fatta di persone e non di classifiche o statistiche.

Giulio Ferrari

25 giugno 2013