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Rusconi: "Sul Cho Oyu ho capito i miei limiti"

Lecco - Si è conclusa prima di conquistare la vetta la spedizione dell’alpinista e campione di skyrunning di Valmadrera, Marco Rusconi, al Cho Oyu, la sesta cima più alta del mondo.

DECISIONE SOFFERTA. Dopo aver raggiunto il Campo Base Avanzato, a causa di problemi di salute, Marco Rusconi ha rinunciato alla scalata del Cho Oyu, la Dea Turchese in Tibet. Una decisione difficile, sofferta, quella di interrompere il tentativo: “Fare sport e alpinismo significa anche accettare i propri limiti e le proprie debolezze – ha commentato Marco Rusconi – Nonostante la voglia di arrivare in vetta, ho realizzato, dopo aver aspettato alcuni giorni un miglioramento, che non sarei stato in grado di superare i problemi fisici, ho avuto paura".

SENZA BOMBOLE E PORTATORI. "È stata una sconfitta: avrei voluto che le cose andassero diversamente, ma tengo comunque ad esprimere ad Acel Service, che è stata main sponsor dell’iniziativa, e a quanti mi hanno sostenuto tutta la mia gratitudine: grazie per avermi accompagnato in questa sfida”. La spedizione, è stata realizzata senza ausilio di portatori d’alta quota né utilizzo di bombole di ossigeno.

ESEMPIO SANO. “Comprendiamo e condividiamo il dispiacere di Marco Rusconi per non aver potuto raggiungere la vetta. – ha  aggiunto il presidente di Acel Service, Angelo Fortunati – La sua sfida resta un grande esempio di un modo sano di fare sport, fatto di dedizione, spirito di sacrificio, impegno fisico e mentale. Proprio il tipo di sport che cerchiamo di sostenere con le nostre sponsorizzazioni, augurandoci che possa costituire un valido esempio anche per le giovani generazioni.”

30 settembre 2011