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8 marzo, la Festa delle donne... (con tanto di falso storico)

Lecco - Si celebra anche a Lecco la Festa delle donne, nata per ricordare il sacrificio di 129 lavoratrici bruciate vive l'8 marzo del 1908, dentro una fabbrica di New York. Ricorrenza che, in realtà, poggia su un clamoroso falso. Una delle tante menzogne che piegano la storia alle necessità della propaganda politica.

BRUCIATE VIVE. La verità sulla Giornata della donna si conosce da molto tempo: già nel '92 uscì il libro di Vittorio Messori "Pensare la storia. Una lettura cattolica dell'avventura umana, Paoline, Milano", in cui l'autore sfatava la versione femminista. Messori, che aveva raccolto documenti inoppugnabili, smontò la storia delle operaie in sciopero, asserragliate nella fabbrica, bruciate vive durante l'attacco della polizia o addirittura per mano del padrone. Il racconto venne propagandato per la prima volta dalla femminista tedesca Clara Zetkin al Congresso socialista di Copenaghen del 1910, che propose la proclamazione della "Giornata internazionale della donna", ispirata a quelle presunte martiri del socialismo. Ma sulle cronache nuovayorchesi dell'epoca, nei registri di ospedali, obitori, e polizia, spiega Messori, non vi è traccia di alcun rogo nè della carneficina di donne.

IMBARAZZANTE SCOPERTA. L'unico incendio in fabbrica di quel periodo, afferma lo scrittore, avvenne nel 1911 (quando la Giornata della donna era già stata istituita)". In quella circostanza "bruciò, per cause accidentali, una fabbrica, ci furono dei morti, ma erano di entrambi i sessi". "Il sindacalismo e gli scioperi - continua Messori - non c'entravano. E neanche il mese di marzo. Piuttosto imbarazzante scoprire di recente (e da parte di insospettabili quanto deluse femministe) che il mitico 8 marzo si basa su un falso che, a quanto pare, fu elaborato dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda, inventando persino il numero preciso di donne morte: 129...". Per l'esattezza, la festa dell’8 marzo venne imposta da Lenin, ufficializzata dal Soviet Supremo “per commemorare i meriti delle donne nella costruzione del comunismo” e introdotta in Italia dal Partito comunista italiano nel 1922. Caduta in disuso durante il fascismo, tornò in auge l’8 marzo 1945, riproposta dall’Udi (donne comuniste), rilanciando la storia delle donne bruciate.

A VILLA MONASTERO. Falso o non falso, il giorno dedicato alla donna viene festeggiato anche nel Lecchese con contorno di mimose e varie iniziative. Tra tutte, quella organizzata dalla Provincia di Lecco, che propone a Villa Monastero di Varenna l’apertura straordinaria della Casa Museo e del giardino dalle 9 alle 18 con visita guidata al femminile alle 16: ingresso gratuito per tutte le donne. Per l'occasione verranno ripercorse le vicende dei personaggi femminili che hanno abitato questa suggestiva dimora nel corso dei secoli, contribuendo a renderla famosa: le monache del monastero di Santa Maria, che qui vissero nei secoli XII-XVI; i membri della famiglia valsassinese Mornico, cui spetta la trasformazione del cenobio in villa; Carlotta Kees, che, insieme al marito Walter, acquistò la dimora trasformandola in residenza di villeggiatura, ampliando il giardino fino a raggiungere l’attuale estensione; Rosa Curioni De Marchi, che lasciò la Villa per il pubblico utilizzo e donò buona parte dei suoi beni ad associazioni benefiche.

OCCASIONE SPECIALE. Sempre dalle 9 alle 18, nello spazio espositivo della Villa sarà inoltre possibile visitare la mostra fotografica dedicata al Sistema Museale della Provincia di Lecco, che oggi accoglie ben 20 strutture. Si tratta, spiega l’assessore provinciale alla Cultura, Beni Culturali, Identità e Tradizioni Marco Benedetti, di “un’occasione speciale per tutte le donne di poter visitare gratuitamente il giardino e la Casa Museo e di apprezzare la mostra fotografica, godendo delle bellezze di questa straordinaria residenza lariana nella veste primaverile”.

8 marzo 2013