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Orefice massacrato a Lecco: “Immigrazione fuori controllo”

Lecco - Ha gettato un cupa ombra sulla Pasqua lecchese la rapina avvenuta alla vigilia, in cui è rimasto gravemente ferito Mauro Pozzoni, titolare della oreficeria di corso Martiri nel capoluogo. Anche in questo caso, le prime indiscrezioni parlano di banditi stranieri, violenti come quegli immigrati che hanno assalito alcune abitazioni nel calolziese picchiando gli abitanti. E la gente non ne può più.

ZONA MILITARIZZATA. In città non si parla d'altro: l'assalto feroce alla gioielleria Pozzoni, nella zona più "militarizzata" di Lecco, a pochi passi da comandi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e persino dei Vigili del Fuoco. Una rapina compiuta a metà pomeriggio, con un nutrito gruppo di criminali che hanno tutto il tempo e la spavalderia di entrare nel negozio, aggredire lo sfortunato orefice, massacrarlo di botte (ossa rotte e una coltellata alla gamba), fare man bassa e dileguarsi indisturbati col bottino.

PERCHE' TENERLI QUI. Dai lecchesi sale la richiesta di rendere il territorio più impermeabile a certe presenze. "Non è possibile andare avanti in questa maniera - dice Paolo Conti -: ci si ammazza di lavoro, si tira la cinghia, si fanno tanti sacrifici e poi si finisce in balìa di questi maledetti. Ma perchè li lasciano entrare? E perchè non li cacciano via quando li prendono dopo che hanno commesso un reato? Sui giornali si legge di stranieri pluripregiudicati che hanno fatto questo e quell'altro... Ma perchè dobbiamo tenerceli qui? Questo è vergognoso!".

TUTTA COLPA DELL'UE. Una risposta, inconsapevolmente, la dà Fabio Magni: "Finchè staremo nell'Unione Europea non possiamo chiudere la porta in faccia a nessuno: l'Ue stabilisce che deve esserci la libera circolazione. Diventa praticamente impossibile respingere i clandestini, ma anche chi delinque. La verità è che, di fronte a Bruxelles, abbiamo una sovranità molto limitata. Possiamo anche sventolare il tricolore per il 150° dell'unità nazionale o celebrare la vittoria della grande guerra, quando si cantava non passa lo straniero... poi, però, se stiamo nell'Unione europea, lo straniero dobbiamo lasciarlo passare".

ALZARE LA GUARDIA. Secondo Sandra Mauri si dovrebbe comunque metterci una toppa. "Ma adesso non c'è lavoro neppure per noi, è chiaro che bisognerebbe chiudere le frontiere e rimandare a casa loro quelli che ci stanno, specialmente se non lavorano. Però, nel frattempo, bisogna alzare la guardia, bisogna controllare di più il territorio, invece le forze dell'ordine si vedono poco in giro. Dovrebbero sorvegliare in continuazione la città, anche a piedi: se i delinquenti vedono che in giro c'è tanta polizia certamente desistono dai loro progetti".

COSA VUOLE LO STATO? E se i cittadini sono furibondi, figurarsi i commercianti. "Vuole che le dica le solite cose? - ci chiede polemicamente un commerciante lecchese che desidera mantenersi anonimo -. Le dò una novità, quest'anno mollo anch'io. Ma cosa vuole lo Stato da noi? Abbiamo le tasse più alte del mondo, diventiamo matti con la burocrazia, ci fanno disprezzare da tutti come evasori e causa della rovina dell'Italia, ci lasciano ammazzare dai delinquenti stranieri che entrano in Italia senza più un controllo... Se vogliono farci fuori perchè così fa comodo ai potenti, alla grande distribuzione, d'accordo, chiuderò, come chiudono gli altri: poi vedrete come si esce dalla crisi distruggendo il commercio...".

SE NESSUNO VERIFICA. L'aspetto dell'immigrazione fuori controllo è ricorrente. "Non c'è più vigilanza su chi entra e chi può restare o meno - afferma Pino Farina - Non è neanche un problema di Lecco, ma più generale, anche perchè quelli che fanno le rapine qui vengono da fuori. L'altro giorno ero a Milano, nella zona di piazza Maciachini: ho visto solo stranieri. Possibile che siano tutti regolari? Chi li controlla? Tra loro ci saranno gli onesti che lavorano, quelli che hanno una fedina lunga così, i clandestini... ma se nessuno verifica i documenti per sapere di chi si tratta, allora lo sapremo sempre quando è troppo tardi".

Nella foto d'archivio: passamontagna usati durante una rapina.

1 aprile 2013