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La politica è destinata al fallimento se manca la prospettiva religiosa

Merate - Egregio direttore, poco più di un anno fa si è sospeso un sistema politico. Il centro sinistra ha votato una lunga serie di leggi e leggine targate “Monti”, con il bel risultato che neanche un indice economico di rilevanza ha mostrato un qualche miglioramento generale. La stessa cosa ha fatto il centro destra. Ma non è stato possibile per Monti far cadere la storica opposizione tra destra e sinistra.

Una opposizione creata più di 150 anni fa, e che continua ancora oggi. Gruppi “sanfedisti” che non mollano da una parte, gruppi liberali e liberisti dall’altra. In un paese unificato che moltissimi italiani non vorrebbero più. Si guarda con sospetto alle nuove elezioni del 2013, come un nuovo tentativo di riproporre una sorta di nuova “collettivizzazione”, unita ad un’ampia diffusione di nuove ideologie mercantiliste e finanziarie, vere spinte verso i processi di secolarizzazione di massa. 

Il tentativo Napolitano – Monti di soffocare le due Italie contrapposte, è fallito, almeno per ora. Contrapposte più che mai in termini di cultura. L’Italia progressista, quella citata continuamente da Bersani nei suoi giri di propaganda elettorale, è in continuità con le ideologie del vecchio ottocento, sempre buone e ridate in pasto agli italiani ogni anno, grazie alle continue celebrazioni unitarie; è figlia delle correnti rivoluzionarie dell’Italia napoleonica. E l’altra Italia, residuale cattolica - popolare, sempre anticomunista, sempre in continuità con l’identità profonda della nazione. 

Accanto alle “italie contrapposte” si è formato, definito, il partito dello spread. Tra gli ultimi aderenti tutti quelli pronti ad apparire determinanti nelle scelte politiche di un Paese sconquassato. Sostenitori accaniti di un “Monti tecnico” (che tecnico non è mai stato); ma utilizzabile per non modificare un bel niente. Si è comportato bene, Monti, con molta scaltrezza ha trasmesso alcuni effetti della crisi da Berlino – Parigi all’Italia. Le crisi offrono grandi occasioni, si sa, anche a personaggi come Monti.

Tra Francia-Germania e Italia si è frapposto anche l’euro; e per giustificare la sua sopravvivenza si è “trasferita” una crisi strumentale e venuta da lontano (U.S.A.) sull’Italia, e su qualche altro disgraziatissimo paese europeo. A noi popolani non è consentito di prenderci sul serio; siamo stressati da quanto sta ripetendo una ridicola propaganda antiberlusconiana. Ciò che “sradica” i buoni pensieri di tanta brava gente italica è e continua ad essere il consumismo (nonostante la crisi), i coloratissimi spot televisivi per questo e per quello. Non c’è più la grigia informazione o i grigi manifestini della propaganda classista.

L’attuale cultura mercantilista, praticamente atea malgrado le continue ed edificanti smentite, ha coinvolto ormai una bella fetta di italiani. E’ vero ciò che va ripetendo da mesi il Santo Padre Benedetto XVI, sul lungo andare di una vita politica artificiale, che sempre più ci segna, ed evidenzia la sparizione di Dio dall’orizzonte politico quotidiano. Perché questi politici dovrebbero ipotizzare l’esistenza di Qualcuno che sta sopra di loro, quando ai loro bisogni e desideri provvedono pagando (zitti, zitti) onesti contribuenti, onesti funzionari e assistenti? Che rapporto potrà mai esserci tra una prospettiva politico-religiosa della vita e quella imposta ogni ora dai palinsesti televisivi ? Non sono forse i politici, sorretti da intellettuali, sindacalisti, esperti, a predicare dai media che se l’Italia non è ancora a posto, competitiva, organizzata, efficiente, felice, la colpa è solo e unicamente di mancate riforme? di una scuola che non va? di continue e perenni evasioni fiscali?

Facciamoci caso: anche da noi ormai, il “genio” di turno che deve fronteggiare uno dei tanti aspetti negativi della vita sociale attuale, esce nella frase ereditata dalla politica americana: c’è un problema, abbiamo un problema. Naturalmente ad ogni problema c’è una soluzione. Basta... pagarla. E se non c’è s’invoca l’intervento dello stato, preso come onnipotente e onnipresente Potenza. Il fatto è che la rottura pratica della politica quotidiana dall’idea di Dio viene proprio da qui; dall’illusione che non ci sia problema senza soluzione. E che ci sia qualcuno-stato che provveda a tutto e a tutti. Si può marciare così, ovviamente, fino a quando arriva la “botta” inevitabile; la scoperta bizzarra cioè che ci sono problemi limite, dove neanche l’iperorganizzazione dello stato tecnologico e mercantilistico,  né le banche, possono offrire una qualche soluzione.

E’ opportuno allora, e questo è il punto, che si riapra lo spazio per la proposta religiosa, tornando così al tanto famoso – famigerato – demonizzato (per i sinistri, i liberali, i massoni, i democratici illuminati, i banchieri d’assalto) Dio, che tutto può fare e tutto può tappare. E’ la proposta “politica” religiosa che potrà tirarci fuori dai guai..., e non certo Monti. Auguri di un S. Natale a Tutti.

Goffredo Bursi
(Alleanza Cristiana per Merate)

27 dicembre 2012