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Miserie di Lecco: targa ai fucilati rubata, lerciata quella delle foibe

Lecco - Dettata da autentico sdegno più che da esigenze elettorali si leva la condanna del sindaco Virginio Brivio verso quelli che un tempo la sinistra chiamava "compagni che sbagliano", gli ignoti malfattori che la scorsa notte hanno rubato la lapide coi nomi di 16 soldati fascisti fucilati nello stadio cittadino e imbrattato la targa dedicata ai Martiri delle Foibe sul lungolago.

ESASPERARE I TONI. Gesti ignobili che si alimentano di un odio patologico e della insensata campagna su cui improbabili antifascisti fuori tempo massimo giocano le modeste carte di personale visibilità. "In tutta questa vicenda si è cercato troppo spesso di esasperare i toni, provando più volte a sabotare il percorso istituzionale intrapreso", protesta il primo cittadino, e ribadisce: "Il Comune continuerà il percorso che è stato avviato in Consiglio comunale e che ha consentito di approfondire in maniera più completa lo svolgimento dei fatti, anche da un punto di vista storico".

VERSIONE POLITICAMENTE CORRETTA. "Nelle prossime settimane - continua Brivio - verrà quindi collocata la targa informativa, con il testo condiviso a livello istituzionale nella competente commissione consiliare". Lo scopo è quello di fornire una versione "politicamente corretta" dell'eccidio compiuto il 28 aprile del 1945. Si vuole accreditare la colpa di quei giovanissimi soldati di aver aperto il fuoco a tradimento, dopo essersi arresi, quando basterebbe riportare la testimonianza di un uomo di valore e partigiano coraggioso come Riccardo Cassin, il quale precisò come i militari della Repubblica sociale italiana che continuarono a sparare si trovassero in un caseggiato da cui non era visibile la bandiera bianca alzata dal loro comandante.

PIETAS UMANA. Brivio non può ammettere che la sentenza del cosiddetto tribunale del popolo fu una delle tante giustizie sommarie consumate da una parte e dall'altra in quei giorni feroci, ma senz'altro conosce come realmente si svolsero i fatti. Da qui un sussulto di pudore: "La rimozione violenta della targa nei pressi dello stadio cittadino – ammonisce il sindaco - è un gesto incivile, violento e senza senso. Giudico la rimozione della targa un gesto davvero cattivo anche sotto il profilo della pietas umana, un sentimento umano che comunque deve valere per tutte le persone. Mi rivolgo infine agli autori di questo gesto sciocco, chiedendo loro di restituire al Comune, anche in forma anonima, la targa rubata".

GLI AUTORI. Chi siano gli autori della squallida azione è facile dirlo: l'indicazione viene dallo stesso Municipio: in calce alla dichiarazione del sindaco si sottolinea che, "nei giorni scorsi è stata imbrattata anche la targa ai martiri delle Foibe", cioè alla moltitudine di uomini, donne e bambini massacrati barbaramente dai partigiani del maresciallo Tito.

Nella foto: il sindaco Brivio ha condannato con forza gli oltraggi alla memoria dei morti.

18 gennaio 2013