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Chiusura del lungolago bocciata: “Si perde il 30% degli incassi”

Lecco - Chiudere il lungolago nel week-end, penalizzando le attività commerciali del centro? Una scelta incomprensibile e dannosa secondo la Confcommercio, che boccia senza appello la sperimentazione del 2011 e ne canta quattro al sindaco di Lecco ed alla sua giunta.

FANNO COME IL GOVERNO. Palazzo Bovara pare orientato a decidere per la chiusura del lungolago cittadino il sabato sera e la Domenica, ma Confcommercio non ci sta e respinge il blocco della circolazione. Specie di questi tempi, i commercianti non possono permettersi di veder minacciato il proprio lavoro, a tutto vantaggio degli ipermercati. Il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa, è molto chiaro. "Purtroppo - afferma - anche a Lecco sembra di rivedere l'azione del governo centrale che parla di crescita solo a parole: il Comune invece di dare una mano ai cittadini e a chi fa impresa si perde tra mille orpelli e balzelli, in primis l’Imu e quando deve prendere delle decisioni non ascolta la voce della parte produttiva della città". Come se non bastasse, arriva la chiusura del lungolago. “Sono totalmente contrario rispetto a questa possibile decisione della giunta – protesta il presidente di Confcommercio Lecco –. La gente si attende che le amministrazioni capiscano la gravità della situazione e di conseguenza attuino politiche di azione che vadano a supporto delle imprese. La chiusura del lungolago per un tratto di 200 metri va invece in direzione contraria rispetto a quello che serve a chi ha un’attività".

MANCANZA DI SENSIBILITA'. A indispettire Ciresa è la mancanza di sensibilità della giunta di Virginio Brivio in un momento difficile come questo. "Ci aspettavamo - sottolinea - un altro atteggiamento dall'amministrazione comunale: i commercianti che sono in piazza sono un’impresa e hanno bisogno di lavorare, non sono enti senza scopo di lucro a cui dire dei no. Bisogna considerare le conseguenze di questa presa di posizione. Sono deluso: ci voleva una sensibilità diversa: oggi molti imprenditori, anche del nostro settore, vivono situazioni drammatiche e sono disperati. Che senso ha pensare a una decisione come quella della chiusura che è così penalizzante? E’ una cosa talmente evidente che non capisco come si faccia a non comprenderla".

POI SI VEDRA'. Per agevolare la comprensione, la Confcommercio ha chiesto un incontro a Palazzo Bovara in cui documentare le incongruenze e i danni relativi alla chiusura del lungolago. Al riguardo, anticipano qualcosa Alberto Negrini, presidente di Confcommercio Zona Lecco, e Marco Caterisano, presidente della Fipe Confcommercio lecchese. "Nessuno è contrario al lungolago pedonabile - spiega Negrini -, ma oggi è un lusso che non possiamo permetterci! Questa impostazione è contraria al concetto di produttività e ha come conseguenza l’esclusione di chi ha delle attività. Allo stato attuale parcheggi e viabilità non consentono un simile ragionamento: non basta dire chiudiamo la strada e poi si vedrà…". Caterisano snocciala un dato preoccupante: “Chiudere il lungolago vuole dire provocare per bar e ristoranti una perdita di fatturato del 25-30%. In un periodo di crisi come questo si tratta di un ulteriore colpo per realtà che fanno fatica e che proprio nel periodo primaverile-estivo hanno il loro momento migliore. E non mi pare secondario nemmeno un altro aspetto: queste scelte rischiano di far perdere posti di lavoro in particolare per i giovani, ma anche di provocare chiusure di alcuni esercizi. Chi adotta queste scelte sappia che deve prendersi anche questa responsabilità…”.

PROMESSE, PROMESSE.  E, per concludere, Confcommercio scatta la fotografia di un'amministrazione comunale poco attenta e di scarsa memoria: “L’anno scorso - ricorda Caterisano - in occasione della sperimentazione della chiusura del lungolago ci avevano fatto promesse in particolare su parcheggi e viabilità, ma alla prova dei fatti non si è visto nulla di tutto ciò. E’ un provvedimento incomprensibile che crea danno alla città in termini di traffico rallentato, colonne chilometriche e inquinamento ambientale. L’esperienza degli altri anni ci insegna questo: non mi pare un biglietto da visita invitante per Lecco...".

17 maggio 2012