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Ballabio, Bussola salva la super indennità. Consonni la devolve

Ballabio (Balàbi) - A Ballabio, nel braccio di ferro sull'aumento di indennità di sindaco e assessori,  ha prevalso il senso di responsabilità del gruppo di "rigorosi" che hanno voluto salvare il Consiglio comunale in questa situazione di crisi sociale ed economica. Si salva, però, anche la super indennità di Bussola (aumento di 1000 euro lordi mensili), mentre Alessandra Consonni ha annunciato che devolverà la sua.

Un aumento di 1000 euro lordi al mese, ragguardevole per il sindaco di un piccolo paese di 4mila abitanti che già incamera il dignitoso compenso mensile di 1500 netti, e da molti giudicato inopportuno in un momento come questo. Al voto in giunta sull'aumento delle indennità aveva fatto seguito una contesa  interna alla maggioranza di Nuovo Slancio per Ballabio, la lista fondata una decina di anno fa da Alessandra Consonni, poi sindaco nel precedente mandato, che si era impegnata a non aumentare i costi della politica.

La querelle si è risolto ieri sera con l'approvazione del Bilancio, contrari i 4 consiglieri dell'opposizione di Ballabio Futura e astenuti Alessandra Consonni, Marco Pedrazzini e Luca Pirovano della maggioranza. Proprio le loro astensioni "responsabili" hanno consentito di scongiurare il commissariamento, dato per imminente dopo le precedenti due votazioni negative dei mesi scorsi e l'ostinazione del sindaco a respingere la proposta dei dissidenti di impegnarsi a devolvere il surplus dell'aumento di indennità per rimpolpare la dotazione delle borse di studio ballabiesi. Cosa che, invece, farà Consonni.

Pirovano, nel suo severo intervento in aula, ha riaperto la ferita dei rapporti all'interno della maggioranza, culminati nella rottura tra sindaco e tre assessori (in una giunta di 5, Bussola compreso) e col capogruppo. Lui, assessore all'Urbanistica, ha ricordato le sue dimissioni che "portavano un motivo ben preciso, poi rettificato ufficialmente per volere del sindaco ed al quale, mio malgrado, ho prestato consenso: 'I panni sporchi si lavano in casa propria', qualcuno diceva...". Infine la promessa: "Non sarò un consigliere di forma, ma di sostanza, una sentinella su tutte le istanze che passeranno al vaglio del Consiglio e che potrebbero mettere in dubbio il bene della comunità", perchè "sindaco lei deve sapere che non è la comunità al suo servizio, ma lei al servizio della comunità". Dissidi interni che hanno avuto come comun denominatore le accuse di mancata trasparenza sull'operazione milionaria del Barèch, cioè il via libera alla realizzazione di una grande fabbrica in uno degli ultimi pascoli di Ballabio.

"Inutile dire, poichè tutti l'hanno capito - ha detto Consonni nel suo intervento -, che la crisi amministrativa ballabiese ha una radice nella mancanza di trasparenza dell'operazione Barech. Un comportamento inaccettabile, al punto che ancora oggi il sindaco rifiuta di rispondere seppur interrogato in merito, persino all'interrogazione sui motivi e sulle competenze ingegneristiche che lo hanno indotto a firmare il parere di regolarità tecnica relativo alla delibera del Protocollo di intesa tra Comune, Provincia e azienda al posto del responsabile dell'ufficio tecnico. Per tutta risposta, rispetto a chi chiedeva lumi su una faccenda del valore di milioni, sono state fatte girare offesine da asilo Mariuccia, i cattivi, gli invidiosi etc.. In questa situazione, ci mancava solo che il sindaco si votasse l'aumento dello stipendio per premiarsi... Ed è paradossale che sia accaduto proprio così, una situazione dove trasparenza sull'operazione Barech e coerenza sui costi della politica hanno finito per legarsi".

Nella foto: Giovanni Bruno Bussola

20 settembre 2022