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Riva (Confartigianato Lecco): "Il salario minimo non s'ha da fare"

Lecco (Lècch) - In Italia il mercato del lavoro è una giungla costellata di stipendi bassi e spesso umilianti rispetto alle altre nazioni europee. Ma la proposta di stabilire per legge un salario minimo non piace al presidente di Confartigianato Imprese Lecco, Daniele Riva.

"L’introduzione di un salario minimo legale – afferma Riva – è improponibile poiché, nel caso in cui fosse inferiore a quello stabilito dai contratti collettivi ne provocherebbe la disapplicazione e, nel caso in cui fosse più alto, si creerebbe uno squilibrio nella rinegoziazione degli aumenti salariali con incrementi del costo del lavoro non giustificati dall’andamento dell’azienda o del settore".

In realtà i fautori del salario minimo si attestano sui 9 euro l'ora, peraltro una tariffa generalmente richiesta dalle donne delle pulizie. Ma per molti operai delle industrie artigiane italiane, si tratta di un miraggio, almeno secondo una ricerca del centro studi della Cna di Treviso da cui risulta che la maggior parte dei contratti collettivi del settore metalmeccanico artigiano, per i lavoratori meno qualificati, contempla livelli di inquadramento abbondantemente inferiori ai 9 euro orari.

Dai dati Cna risulta che un operaio non qualificato (livello 6) percepisce 7,6 euro lordi all’ora, salendo di tre livelli si arriva agli 8,8 euro l'ora e solo gli operai super specializzati superano i 9 euro. Lungi dal ritenere necessario allentare i cordoni della borsa, alla Conferenza nazionale dell'artigianato chiedono piuttosto l’abbassamento delle imposte per le aziende.

Nella foto: Daniele Riva (secondo da sinistra)

11 giugno 2022