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Lecco, flop lavoro: + 5.463 inattivi mentre a Como calano (-8.382)

Lecco (Lècch) - Situazione occupazionale critica sotto il Resegone. Dallo studio della Uil del Lario sul mercato del lavoro (raffronto Istat 2020-2021), risulta che gli inattivi (chi non lavora e non sta nemmeno cercando occupazione) diminuiscono notevolmente a Como (-8.382 rispetto al 2020), mentre a Lecco crescono di 5.463 unità. "Sfiducia nella proposta occupazionale lecchese".

Gli occupati medi a Lecco sono stati 139.910, diminuiti di -7.248 unità rispetto all’anno precedente (-3.355 uomini, -3.893 donne), il tasso di occupazione al 65,82%, con una diminuzione del 2,67% rispetto al 2020, sono diminuiti i lavoratori dipendenti -1.389 (-1,25%) e gli indipendenti -5.859 (-20,62%) rispetto all’anno 2020.

In relazione ai singoli settori, nel 2021 rispetto al 2020, si è registrato: Agricoltura-Silvicoltura-Pesca -50,66%; Costruzioni -16,64%; Industria -10,08%; Commercio-Alberghi-Ristorazione -3,12%; altre attività -0,07%.

Il settore principale dal punto di vista occupazionale è l’industria con 47.032 unità lavorative. I disoccupati a Lecco nel 2021 sono stati 5.067, aumentati di +629 unità rispetto al 2020 e il tasso di disoccupazione è stato del 5,49%, ed è aumentato del 0,19% rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione femminile è stato dell’7,58%, mentre quello maschile è stato del 3,90%.

In conclusione, i dati Istat sulla situazione occupazionale per l'anno 2021 fanno emergere gli effetti negativi sull’occupazione per gli esiti del trascinamento della pandemia nella prima parte dell’anno 2021 e dell’incremento dei prezzi delle materie prime e delle difficoltà di acquisirle sul mercato nell’ultimo trimestre del 2021 (persi 9.608 unità di posti di lavoro e aumentati i disoccupati +5.981 rispetto all’anno 2020 nelle province di Como e Lecco).

Le non forze lavoro (inattivi) diminuiscono notevolmente a Como (-8.382 rispetto al 2020), mentre a Lecco sono cresciuti di 5.463 unità gli inattivi e questo, spiega la Uil del Lario, può essere sintomo di sfiducia rispetto alle opportunità offerte dal mercato del lavoro. I settori maggiormente colpiti sono il commercio/servizi/ristorazione a Como con la perdita di 4.995 unità e l’industria a Lecco con 4.740 unità perse rispetto al 2020.

"AIl peggioramento della situazione occupazionale nell’anno 2021 rispetto al 2020 - commenta Salvatore Monteduro, segretario generale Cst Uil del Lario - è spiegabile anche per la fine del divieto dei licenziamenti. Purtroppo, i dati ci raccontano una situazione economica difficile. L’inizio del 2022 ci restituiva una speranza con la fine dell’emergenza sanitaria, ma è arrivata la drammatica guerra tra Russia e Ucraina, che oltre al dolore e sofferenza dei cittadini ucraini per le numerose perdite umane, ci lascia una pesante situazione economica a livello globale".

"In questo contesto - conclude Monteduro - bisogna continuare con le politiche economiche emergenziali messe in campo durante la pandemia ed è necessario che i soggetti istituzionali a vari livelli (Enti Locali, Regione) si mobilitino per dare concretezza agli obbietti dei progetti del Pnrr. La mobilitazione delle risorse messe in campo può essere un volano per l’occupazione e per dare risposta ai problemi della transizione ecologica, ad un sistema sanitario in grado di soddisfare i bisogni dei cittadini su tutto il territorio nazionale, una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa".

Foto (fb): Salvatore Monteduro, segretario generale Cst Uil del Lario

27 aprile 2022